Concita De Gregorio, "le cinghiate della destra ai nostri figli"
Ormai è acclarato: per Concita De Gregorio vale tutto, pur di bastonare a dovere Giorgia Meloni e il governo di centrodestra. Anche dare una lettura decisamente surreale di quanto deciso dall'(immaginiamo) odiato esecutivo arrivato al potere dopo un sostanziale decennio in cui il Pd, di riffa o di raffa, ha governato anche quando non vinceva le elezioni.
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Nel suo fondo su La Stampa, la giornalista e conduttrice di In Onda, su La7 si sofferma sul caso del blitz in Senato degli attivisti di Ultima generazione, che hanno imbrattato Palazzo Madama di vernice arancione con degli estintori per "sensibilizzare", dicono, politici e italiani sulla necessità di misure urgenti contro il cambiamento climatico. Fosse stato qualche esponente di associazioni vicine al centrodestra, probabilmente a sinistra si sarebbe gridato all'assalto democratico. A parti invertite, si accusa il governo e la maggioranza, testuale, di "voler prendere a cinghiate i nostri figli".
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"Interessante, questo ritorno alla cinghia, io t'ho fatto io ti disfo - esordisce Concita -. Questo ghigno educativo sadico ma giusto, necessario a prevenire le devianze: metti che poi un figlio ti diventa omosessuale, se non lo correggi in tempo, se non t'accorgi subito del vizio e non lo chiudi in casa a pane a acqua, è finita la pacchia. Metti che poi si droga, che fuma, che tira di coca: tutte mollezze gravissime che gli adulti probi, i maschi virili e le femmine operose, non si sognano neppure presi come sono dal rispetto stringente delle regole, prego si accomodi era lei prima in fila, anche lei qui a pagare le tasse? Si figuri, mi scusi, non c'è di che. Metti che gli venga un giorno in mente di non vaccinarsi quando c'è l'obbligo di farlo". Dentro, nel calderone del fango, la De Gregorio ci infila tutto: i rave, il Covid, i diritti LGBTQ, la cultura degenere inculcata dai genitori, ovviamente elettori di Fratelli d'Italia e dintorni, ai figli.
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"Hai voglia a dire che l'opposizione ora di governo è cresciuta nelle piazze e nel dissenso - sottolinea passando direttamente alla politica da bar -, a rivendicare come fa Giorgia Meloni la rivincita, il riscatto sugli anni in cui ci si menava e ci si ammazzava parecchio ma che c'entra: erano altri tempi, quelli, erano gli Anni Settanta c'erano le passioni, gli ideali. C'erano le rivoluzioni a bassa intensità e gli agguati ad altissima, mica come ora che al massimo ti spari un selfie solidale - se vuoi proprio parteggiare, se quel giorno ti va - e ti posti su Instagram mentre ti spunti i capelli". Cosa c'entra con l'iniziativa degli "eco-imbecilli", come li ha definiti Libero? Poco o nulla, ma pazienza. Il punto, lascia intendere la De Gregorio, è che se a non seguire le regole sono quelli di destra, è un problema. Se a farlo sono quelli di sinistra, è un bene, uno slancio vitale, un messaggio di giustizia lanciato al mondo. E via allo sproloquio contro i "neo-ballilla e le piccole italiane", alla difesa a spada tratta dei più giovani che, spiega, "hanno per postura biologica questa diversa prospettiva, si sentono più vicini (non così vicini, ma più vicini) all'apocalisse: talvolta qualcuno se ne occupa e cerca di segnalare il pericolo. Non è che spari, azzoppi o sequestri altri umani come facevano i genitori animati da formidabili passioni forti: tira tutt'al più qualche secchiata di vernice, si segnala con dei cori, va in piazza il venerdì". A loro, ma solo a loro, è concesso fare ciò che ritengono più giusto.