
Il sondaggio che terrorizza la sinistra: elezione del presidente

Che lo Stato abbia bisogno di serie riforme è ormai un fatto assodato nell'opinione degli italiani. Il 90% di un campione rappresentativo di 1.000 italiani adulti, dicono di "sentirsi più vicino" a chi vuole "riforme, affinché lo Stato funzioni meglio". Solo un residuale 10% di dubbiosi, ottenuto sommando chi "non sa" e chi dice che "l'Italia va bene così", diventa appena identificabile con una maggioranza di donne, di oltre 60 anni, delle aree del Centro Italia, tendenzialmente del Pd o indecise. Quando, poi, si chiede allo stesso campione sulla necessità o meno di attuare una riforma in senso presidenzialista, il 33% risponde "molto opportuno"; il 31% "abbastanza opportuno"; il 13% ed il 15%, rispettivamente, "poco e per nulla opportuno". Quasi due terzi degli italiani, quindi, sono favorevoli a questa riforma e circa un cittadino su tre ne sarebbe addirittura entusiasta: sicuramente gli elettori di Fratelli d'Italia, dove i "molto" arrivano al 60%, e quelli della Lega, 44%. È da notare, però, che il dato complessivo è in sensibile calo rispetto al quello dello scorso anno rilevato nello stesso periodo, quando il grado di accordo era del 73%, che, tra l'altro confermava il 72% del 2019. Un dato stabile che, nel giro di pochi mesi, perde quasi dieci punti percentuali. Cosa succede? L'ipotesi più plausibile è che la tematica stia subendo una polarizzazione politica. Come detto in precedenza, la questione era, sì, da tempo ben delineata nell'opinione dei cittadini, ma solo a livello teorico.
GOVERNI NON ELETTI - In questi anni, tra la gente, si sono sentite più volte ripetere frasi sui diversi "governi non eletti" e/o "premier non votati". Ma il tema non è mai stato nell'agenda politica. In questa legislatura non lo è stato col Governo Draghi e non lo è stato con i Governi Conte, neanche in quello gialloverde; in quella precedente, l'elezione diretta del Presidente non era prevista neanche dalla proposta Riforma Costituzionale Renzi-Boschi. Invece, ora le elezioni sono state vinte dal centrodestra, con capofila Fratelli d'Italia, il partito che rappresenta la destra politica italiana. Di cui il presidenzialismo è sempre stato un desiderata. Lo fu dell'Msi di Giorgio Almirante; lo fu di Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini; lo è oggi di Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, che, a differenza degli altri due, attualmente guida il governo. La revisione della Costituzione in senso presidenziale si sta concretizzando; e la sinistra si sta attivando. Se infatti, incrociando i dati, vediamo chi è propenso a una riforma, ma è contrario all'elezione diretta del capo dello stato - circa il 27% del campione - troviamo soprattutto elettori di sinistra: Verdi/Sinistra Italiana, 64%; Partito Democratico, 41%; Terzo polo, 39%. Fino a pochi mesi fa erano (quasi) tutti d'accordo, oggi molto meno: domani? Chissà. Staremo a vedere.
Dai blog

Un santuario alpino sospeso nel tempo e nello spazio
