Covid, Fabrizio Cicchitto: "L'Oms è nella mani della Cina"
Se si fanno i conti con quello che è accaduto fra il 2019 e il 2020 a proposito del Covid esploso in Cina e poi propagato in tutto il mondo, è forte il dubbio che tutta la vicenda imperniata su Panzeri e il cosiddetto italian job, riguardante in primo luogo il Qatar, sia una sorta di storia di ladri di polli rispetto all'altra molto più grave che riguarda il chinese job per l'appunto sul Covid. Questa infatti coinvolge la salute e la vita di milioni di persone. Ora, l'Oms ha coperto le responsabilità della Cina fin da quando da lì è partita la pandemia. Adesso sono la stessa Oms e l'ineffabile agenzia Ecde, Agenzia Sanitaria Europea, che cercano nuovamente di coprire le responsabilità cinesi. Entrambe queste strutture, che dovrebbero svolgere un ruolo di controllo, hanno di fatto dato ragione alla Cina, la quale ha protestato per «i test ingiustificati a cui vengono sottoposti i turisti cinesi» vista l'ultima ondata che ha investito il Paese e il timore che possa nuovamente propagarsi oltre i suoi confini.
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Questa posizione dell'Oms deriva da un fatto incontestabile: la Cina si è impadronita dell'organizzazione che si occupa di sanità per conto delle Nazioni Unite dal 2006, quando la cinese Margaret Chan è diventata direttore generale e lo è rimasta fino al 2017. L'attuale direttore, l'etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus, è stato eletto con il decisivo sostegno cinese: quindi tutti i conti tornano per ciò che riguarda il comportamento ambiguo dell'Oms. Ora il governo cinese, che come detto protesta per il controllo esercitato attraverso i tamponi sui passeggeri degli aerei provenienti da Pechino, ha davvero una faccia di bronzo. Non c'è ombra di dubbio che il Covid sia nato in Cina nella seconda metà del 2019, e che in una prima fase il governo cinese ha cercato di nascondere l'esistenza dell'infezione sia all'interno che all'estero, provocando la trasformazione di un contagio locale in una pandemia mondiale.
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Successivamente il governo cinese ha gestito la situazione in modo pessimo, usando nel contempo un proprio vaccino la cui copertura è molto bassa e ripetuti lockdown nelle grandi città. Provvvedimenti, questi ultimi, che alla lunga hanno esasperato la gente, che si è rivoltata ed è scesa in piazza. Allora Xi Jinping ha del tutto ritirato le restrizioni, provocando una nuova esplosione del contagio stesso. Che così in Cina ha raggiunto livelli tali che il governo di Pechino ha deciso di non fornire più le cifre del suo andamento, per cui è fortissimo il rischio che esso si propaghi all'estero senza che nemmeno sia stato verificato l'eventuale sviluppo di pericolose varianti non coperte dai nostri vaccini. Per dare il senso della pericolosità della situazione c'è il fatto che, avendo giustamente la Regione Lombardia deciso di controllare attraverso ì tamponi i passeggeri provenienti da Pechino e atterrati all'aeroporto di Malpensa, è risultato che la metà di essi era portatrice di Covid. Ecco, il fatto che l'ingiustificata protesta del governo cinese abbia ottenuto la copertura dell'Oms, oltre che dell'Agenzia europea della sanità, mette in evidenza che oltre che Panzeri e il cosiddetto italian job, dovrebbe essere messo sotto un oculato controllo il job dei cinesi, che ha livelli di manipolazione e di pericolosità assai rilevanti.
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