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Salvini, una svolta che fa la storia: cosa accadrà presto in Italia

Francesco Storace
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Il 2023 come l'anno dei cantieri. È il buon anno agli italiani di Matteo Salvini dal ministero delle Infrastrutture, fronte ferrovie. In due mesi appalti e gare del gruppo FS per ben 12 miliardi di euro, che riguarderanno molte zone d'Italia, da Nord a Sud. Nel dettaglio si tratta di appalti per circa 1 miliardo e mezzo di euro e gare per oltre 10 miliardi. Molti fondi arrivano dall'Europa - capitolo Pnrr dei fondi in arrivo dall'Europa - a conferma che se c'è la capacità quei quattrini possono essere ben spesi e in tempi veloci. Gli interventi vanno nella direzione auspicata dal vicepremier e a tutto questo vanno aggiunti anche i 4 miliardi e mezzo appena "liberati" dal Cipess per le opere Anas e l'entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti. Si dovranno tagliare tempi e burocrazia, dice Salvini. Perché troppo spesso ci si è bloccati al «non si può fare». Serve una burocrazia che indichi la strada migliore per superare gli ostacoli, i vincoli, i no che bloccano opere essenziali. La mole di interventi e di risorse messi in campo testimoniano almeno cinque punti fondamentali nell'azione di governo del leader della Lega, che vuole lasciare un segno fondamentale come traccia del suo operato.

 

NO INVASIONI DI CAMPO - Anzitutto, (punto 1) la conferma che Salvini è assolutamente in squadra con Giorgia Meloni senza invasioni di campo: il tentativo di trovare motivi di contrasto tra i due è destinato a naufragare. Chi ha modo di visitare il ministero di Porta Pia vede Salvini immerso da carte e progetti con cui caratterizzare l'azione dell'esecutivo per la delega che gli è stata affidata. E la concorrenza elettorale nella maggioranza sembra davvero roba del passato. Poi (punto 2) un principio a cui il vicepremier tiene molto e che sta realizzando giorno per giorno. Un ministero gigantesco come quello per le Infrastrutture lo si serve dialogando con i territori, i sindaci e i governatori, oltre che categorie. E tutto questo in sinergia con le società di riferimento, come abbiamo visto nel caso Ferrovie, ma anche con Anas. E senza fare troppe distinzioni di colore politico: non c'è Italia rossa o nera quando serve far viaggiare persone e merci.

 

STRETTO DI MESSINA - Ancora: (punto 3) emerge la volontà di lavorare su opere per le quali Salvini vuole lasciare la sua impronta. È come la storia del Ponte sullo Stretto di Messina: si è cominciato a parlarne con i sorrisini e adesso ci si rende conto che la testa dura del ministro ci farà assistere nel giro di un paio d'anni per davvero alla posa della prima pietra. E c'è da giurare che subito dopo verranno la seconda, la terza, ecc. Molto spesso quel che è mancato è lo stimolo a farle davvero le cose, che non si realizzano per automatismo ma soprattutto per volontà politica. Fondamentale precetto (punto 4) è quello di non si buttare più i soldi. Il territorio ha bisogno di sempre maggiore mobilità e per troppo tempo nel passato si è registrata solo una marea di illusioni, senza investire quattrini che c'erano. Strade, ferrovie, porti servono ad aumentare la competitività del sistema Paese e anche dal ministero delle infrastrutture passa la crescita economica dell'Italia. Per questo c'è uno sguardo particolare e attento su quel che serve al territorio e sulla cassa da utilizzare per gli investimenti più veloci e fruibili.

 

CRONOPROGRAMMI - Infine (punto 5) si registra finalmente l'adozione di cronoprogrammi sui quali esercitare i dovuti controlli per sapere se la tempistica delle opere è rispettata, anche per restituire agli affetti familiari chi sabota il lavoro. Nel dettaglio, il gruppo Rfi sta lavorando ad esempio per la realizzazione del collegamento ferroviario con l'aeroporto di Venezia. La gara ha un valore di oltre quattrocentoventotto milioni di euro, finanziati anche con i fondi del Pnrr. In Toscana un miliardo di euro per l'alta velocità a Firenze. In Piemonte spicca il finanziamento Pnrr per riqualifica le stazioni lungo la linea Aosta-Ivrea-Torino. Si riqualifica anche lo Scalo di Torino Orbassano, sempre utilizzando fondi europei, che non si sprecano più. E così anche in Lombardia, come praticamente in tutte le regioni d'Italia. Il cantiere 2023 vedrà un Paese che si rimette a nuovo nelle sue infrastrutture come da tempo non si vedeva.

 

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