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Ignazio La Russa replica alla polemica: Msi? "Non ci rinuncerò mai"

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C'è chi invoca le dimissioni per Ignazio La Russa, finito al centro della polemica per aver celebrato l'anniversario del Movimento sociale italiano. "Io rispetto le leggi, i valori costituzionali, in aula sono imparziale e super partes. La verità è che, quando esprimo le mie idee, rosicano. Ripeto: se avessero voluto uno solo per dirigere il traffico dell’aula di Palazzo Madama, avrebbero potuto eleggere un semaforo. Io non rinuncio, e non rinuncerò mai al mio pensiero". Il presidente del Senato risponde così, sulle colonne del Corriere della Sera, a chi ha chiesto al governo di sostituirlo nel suo ruolo dopo un post celebrativo condiviso sui social. Qui l'esponente di Fratelli d'Italia ha mostrato una foto di un vecchio manifesto del partito e il ricordo del padre Antonio, segretario nazionale della Fiamma tricolore.

 

 

Quanto basta a riaccendere lo scontro sul fascismo. "Ho le mie idee. Non le rinnego. E ho il diritto di celebrare la figura di mio padre, con orgoglio e senso di appartenenza a un partito dove, a lungo, ho militato anche io. Dov’è il problema?", chiede intenzionato a rimanere sul suo scranno. D'altronde, come ammette, dal premier Giorgia Meloni, "non mi è giunta alcuna sua critica".

 

 

E ancora: "Rispetto le sensibilità della comunità ebraica, ma li invito a documentarsi bene - dice riferendosi alla loro reazione - anche perché il Msi è sempre stato schierato a favore di Israele, mentre pezzi di sinistra, spesso, tifavano per i palestinesi. Almirante riconobbe il suo errore. E fondò un partito che ha eletto capi di Stato, sostenuto la democrazia". Molti, infatti, hanno parlato di due diversi atteggiamenti: quello della Meloni che si commuove al Museo ebraico e quello di La Russa che celebra il Msi. E, infine, a chi gli chiede se festeggerà anche il 25 aprile, anniversario della liberazione d'Italia, non attende a replicare: "Me lo chieda il 23 aprile. Non devo rassicurare nessuno. Certo non andrò a infilarmi in qualche corteo per beccarmi fischi e uova marce. Le ricordo però che, da ministro della Difesa, come suggeriva Luciano Violante, ho già omaggiato i partigiani morti e i morti che, credendo in un’altra ideologia, stavano dall’altra parte".

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