Qatargate, Cozzolino pronto a dire la verità: un terremoto sul Pd
Altri guai per Antonio Panzeri, l'ex europarlamentare di Pd e Articolo Uno, presidente della Ong Fight Impunity, in carcere a Bruxelles dal 9 dicembre, il principale accusato del Qatargate: la magistratura belga, attraverso Eurojust - l'unità di cooperazione giudiziaria dell'Unione europea- ha chiesto il congelamento del suo conto corrente e di quello della figlia, Silvia, 38 anni, avvocato, attualmente ai domiciliari con la madre Maria Dolores e indagate per favoreggiamento. Nella loro casa di Calusco d'Adda, nel Bergamasco, la guardia di finanza aveva sequestrato 17mila euro. In quella di Panzeri, a Bruxelles, ne sono stati sequestrati più di 600mila. I conti correnti di cui è stato chiesto il sequestro sono quelli da cui secondo gli inquirenti sono passate le operazioni più sospette, quelle legate alla corruzione. Se il fronte giudiziario è caldo, quello politico rischia di ustionare il partito democratico, ormai in caduta libera nei sondaggi, e nemmeno prima se la passava troppo bene.
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BOMBE IN ARRIVO - Ieri l'europarlamentare dem Andrea Cozzolino, sospeso dal partito da cui però non è stato espulso e il cui assistente fino allo scoppio dello scandalo era Francesco Giorgi, storico collaboratore di Panzeri, ha chiesto di parla re col magistrato belga a capo dell'inchiesta, Michel Claise. Potrebbero uscire nuove clamorose informazioni. «Da più di una settimana», ha affermato Cozzolino, «vengo quotidianamente chiamato in causa dalla stampa sulla vi cenda-Qatargate, sulla base di accuse e sospetti, pur non avendo ricevuto alcun avviso giudiziario o comunicazione da parte degli inquirenti. Chiedo di essere ascoltato per contribuire all'accertamento della verità, rinunciando così alle garanzie dell'immunità parlamentare». Invero non siamo stati noi giornalisti a tirarlo in ballo, bensì Panzeri e Giorgi, che nei rispettivi interrogatori l'hanno tirato in mezzo pesantemente. Cozzolino non è indagato, e però è stato chiamato in causa da Panzeri e Giorgi al pari dell'eurodeputato socialdemocratico belga Marc Tarabella: Cozzolino, che è a capo della delegazione per le relazioni dell'Ue coi Paesi del Maghreb, stando ai suoi accusatori sarebbe stato uno dei protagonisti della cricca che avrebbe fatto pressioni su Bruxelles per agevolare le attività di Qatar e Marocco.
La sinistra sta andando in pezzi. L'ufficio di presidenza dei socialdemocratici al parlamento europeo ha deciso di sospendere per «colpa grave» un suo funzionario: si tratta del lettore Eldar Mamedov (al momento non indagato), consigliere politico dal 2009.
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Mamedov in particolare si è occupato delle relazioni interparlamentari coi Paesi della penisola arabica, tra cui il Qatar. Tragicomiche, le dichiarazioni della vicepresidente Pd del parlamento europeo, Pina Picierno: «Il tentativo di corruzione dell'eurocamera è fallito. Siamo molto scossi dagli eventi, queste persone, questi delinquenti sono nemici della democrazia, lo sono dal punto di vista politico. Il parlamento è un'istituzione solida, infatti questo tentativo è fallito grazie anche alla collaborazione pro-attiva della presidenza con le autorità giudiziarie». Il segretario di Articolo Uno (il partito di Panzeri), Roberto Speranza, si dice «incazzato» ma non vuole «lezioni morali». Andiamo avanti coi fatti.
SOSPENSIONI - Il consiglio generale della Confederazione sindacale internazionale (Ituc) ha deciso di sospendere dall'incarico il segretario generale Luca Visentini, in libertà vigilata. Tra gli europarlamentari ormai è panico: la greca Maria Spyraki, indagata in relazione alle frodi riguardanti le indennità e i pagamenti dei suoi assistenti, ha annunciato di aver restituito all'istituzione 21.240 euro per le diarie che vanno dal 2016 al 2020 di un suo ex collaboratore.