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Manovra, la sinistra fa le barricate contro norme inesistenti

Francesco Storace
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Poi, dici i sondaggi. Ma che fascino possono esercitare sugli elettori forze di opposizione che si riducono a criticare leggi mai esistite? Sicuramente hanno più appeal sui media, ma i cittadini hanno bisogno di certezze. E non delle loro fantasie. Perché le loro "battaglie" non hanno riguardato testi compresi nella legge di bilancio approvata dal Consiglio dei ministri (a parte la norma sul Pos, che in verità è stata tolta più per la discussione tra la Meloni e le autorità di Bruxelles che per i capricci di minoranze sempre più divise tra loro). Ci sono almeno cinque questioni sulle quali Pd, M5s e anche Terzo polo hanno fatto solo confusione. Dallo scudo penale per il fisco al favore agli evasori sul contante, dai fondi per la cultura ai giovani allo Spid e persino sulla proroga delle ricette, hanno detto di tutto e soprattutto di inesistente. Urla e caos per misure che nella manovra non c'erano.

È stato detto a più riprese che la proposta sullo scudo penale è stata proposta dal sottosegretario Sisto (Fi) e non dal governo. Tanto è vero che chi canta vittoria perché non c'è dovrebbe semmai tributare applausi al governo che non l'ha inserita. Non perché sia ingiusto il principio, ma perché semmai se ne parlerà in un provvedimento ad hoc e discusso fra tutti i partner della coalizione.
Mille agenzie di stampa e diecimila chiacchiere per un provvedimento che non c'è.

 

INVENZIONI

Mica solo questo. Hanno descritto come un favore agli evasori l'elevazione del tetto al contante a cinquemila euro. La parola "favore" è una loro invenzione. Negli stessi giorni in cui assediavano il governo sul tema, accadevano due fatti in Europa. Il primo, con il Consiglio europeo che stabiliva in diecimila euro il tetto massimo a cui far adeguare gli Stati membri. Secondo, erano i socialisti europei pizzicati dalle guardie belghe a dare al contante un tetto a casa loro, in comodi sacchi e trolley. Poi, l'accapigliamento su 18app, la mancia per i libri dei giovani tanto cara a Renzi e soci. Hanno strillato contro la sua sostituzione - la misura, mica i quattrini - con la Carta Cultura Giovani e la Carta del Merito. La prima - ha spiegato Giorgia Meloni - è un bonus per i 18enni le cui famiglie hanno un Isee non superiore a 35mila euro, l'altra prevede 500 euro per chi consegue il diploma con 100 centesimi. Che cosa la manovra abbia tolto ai giovani lo sanno solo loro, le cui parole si disperdono col vento.

Un'altra frescaccia ha riguardato lo Spid. "Lo hanno abolito", dicevano inseguendo i cronisti in Transatlantico e in qualunque postosi trovassero, per segnalare un'autentica bufala, che depone davvero male sulla qualità della classe politica che - per fortuna - siede sui banchi dell'opposizione. Nella manovra non c'è una riga che giustifichi il falso allarme. Constatare problemi nel suo utilizzo non significa cancellare il digitale, ma renderlo fruibile a tutti. E non è previsto alcunchè dalla legge di bilancio.

 

PROTESTE PREVENTIVE

Altro tema che ha turbato le orecchie di molti, quello delle ricette digitali che i medici inviano ai loro pazienti. Si tratta della cosiddetta ricetta dematerializzata, introdotta con ordinanza della protezione civile durante l'emergenza Covid, in scadenza a fine anno. I medici di famiglia hanno richiesto una proroga al ministro della Salute Schillaci, che ha già trovato un positivo riscontro nel decreto milleproroghe. Anche qui, inutili esibizioni dell'opposizione per protestare non si sa bene contro che cosa. Il problema non era stato creato dal governo, che semmai lo ha risolto.
Mai come nel caso di questa legge di bilancio, predisposta a tempo di record da un esecutivo appena insediato, varrebbe la pena di affiggere il classico cartello "astenersi perditempo". Perché per troppe settimane si è romanzato attorno a ciò che non esisteva, ed è grave che si sia tentato di mettere in cattiva luce il governo su tematiche sensibili per i contribuenti, i giovani, gli anziani, i medici. A proposito, le opposizioni hanno raccontato del taglio dei fondi alla sanità. Un'altra balla: ci sono più soldi ora che prima del Covid.
Ma in fondo anche per le minoranze c'è il problema che sono arrivate solo il 25 settembre: fino ad allora comandavano senza consenso e per fare l'opposizione servono quelle capacità che evidentemente hanno smarrito

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