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Pd, il big che seppellisce il partito: "Chi ci sta abbandonando"

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Non usa mezzi termini Pierluigi Castagnetti, tra i fondatori del Partito democratico e presidente dell'associazione I Popolari: "Non è nelle mie intenzioni organizzare una scissione, ho semplicemente segnalato quello che tutti percepiscono e che nessuno osa dire: se cambia la natura del Pd, una parte importante degli elettori non sarà più interessata a votarlo", dice in una intervista a il Tempo. "Non vedo alcun interesse ad approfondire le ragioni per cui una parte importante dell'elettorato continua ad abbandonarci", prosegue Castagnetti. "Nella Prima Repubblica, i grandi partiti popolari, di fronte a risultati così negativi, si fermavano per giorni e giorni a riflettere. E quel che non capivano, se lo facevano spiegare dagli esperti. Quando in centinaia di migliaia ti abbandonano, a maggior ragione bisogna evitare tutta una riflessione di vertice autoreferenziale, ancor peggio se ideologica". Anche perché, osserva, "è cambiata un'epoca: la gente non è più interessata a discussioni vetero-ideologiche. Se la politica dà di sé un'immagine lontana dalle persone, dai loro problemi, contraddice sé stessa".

 

 

Ma Castagnetti non vuole addossare la responsabilità del tracollo del Pd al suo segretario. Enrico Letta "è rientrato nel partito al tempo in cui il suo predecessore, Nicola Zingaretti, diceva che si vergognava del Pd. Chiunque si sarebbe trovato in difficoltà", sottolinea. "Nessuno all'interno del Partito democratico accusa Letta di responsabilità specifiche. Le responsabilità saranno collettive, ma i risultati sono questi". E se il partito "vuole prendere in considerazione le nostre riflessioni, credo se ne possa avvantaggiare in questo momento. Cerchiamo di dare un contributo per far uscire il Pd dalla paralisi in cui sembra autocompiacersi. Se gli ultimi sondaggi ci danno al 15%, cos'altro devono fare gli elettori per svegliarci? La mia preoccupazione prioritaria è quella di rimettere in carreggiata il Pd".

 

 

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