Manovra, lotta contro il tempo: "Sei o sette ore", lo snodo decisivo
Tempi stretti, anzi strettissimi per la manovra. Matteo Salvini da par suo assicura: "Siamo pronti a stare in Senato anche il 31 dicembre". Insomma, si chiuderà ad ogni costo. Nel frattempo, il testo arriva in Commissione bilancio, dove sono stati presentati circa trenta emendamenti al testo destinati ad essere depositati dai relatori.
Roberto Pella, uno dei relatori, ha spiegato che gli emendamenti in questione hanno già ricevuto il parere del Mef, dunque Pella - esponente di Forza Italia - si è detto ottimista per i tempi di approvazione della legge di bilancio in Commissione. "Il nostro pacchetto è pronto, così come quelli dei vari gruppi politici. Quando partiremo, partiremo a tambur battente e affronteremo capitolo per capitolo le modifiche del governo, dei relatori e dei partiti".
Sempre il forzista ha poi aggiunto che "c'è la volontà di approvare tutto in un rapporto di massimo rispetto". E ancora, a chi gli chiedeva dei tempi della seduta notturna, ha risposto: "Credo che in sei o sette ore si possa chiudere e inviare il provvedimento all'Aula perché lo approvi sabato o anche venerdì". Su quest'ultimo punto, ha ricordato infine, si dovrà esprimere la conferenza dei capigruppo. Sullo sfondo resta sempre lo spauracchio dell'esercizio provvisorio, ragione per la quale è fondamentale chiudere entro il termine dell'anno.
In maggioranza, tiene banco il nodo dello scudo penale per determinati reati tributari: prima dato presente in manovra, poi "rimosso". Tanto che Pd e M5s parlano di "vittoria dell'opposizione". Comunque sia, il governo Meloni avrebbe deciso di ritirarlo. L'ipotesi - anticipata qualche giorno fa dal viceministro Francesco Paolo Sisto - riguardava l'estinzione dei "reati formali" relativi all'omissione della dichiarazione dei redditi o per la dichiarazione infedele per chi decidesse di saldare il conto al Fisco.