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Giorgia Meloni, la vergogna della sinistra davanti a questa scritta

Francesco Storace
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Nessuno si affanni a cercare un dichiarazione di Enrico Letta e soci. Quel «occhio al cranio» rivolto con tanto di vernice a Giorgia Meloni nel corso di una manifestazione sabato scorso contro il decreto rave a Bologna, non fa effetto ad una sinistra in caduta verticale di credibilità politica. L'ennesima minaccia contro la premier la lasciano cadere. Gli anarchici in corteo possono attaccare la Meloni, il ministro Piantedosi e persino le forze dell'ordine: per il Pd è tutto normale. A Bologna i soliti noti si sono esibiti impunemente. E anche se la Meloni ostenta indifferenza, è grave. Dice la presidente del Consiglio: «Questo governo rivendica le proprie scelte e non si lascerà intimidire da chi vorrebbe un'Italia sottomessa all'illegalità. Se questa è la modalità con cui certi personaggi hanno intenzione di contrastare la nostra azione in tema di sicurezza, significa che siamo sulla strada giusta».

 

 


COLPA DI CERTE SCELTE?
Poi, ci pensa il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, a surriscaldare il clima. Certo, non può fare a medi condannare l'episodio, ma poi riemerge la vecchia anima giustificazionista: «Un rave in piena città contro il famoso "decreto anti-rave" e non è accaduto solo a Bologna. Il governo Meloni pensi seriamente alle conseguenze delle proprie scelte e agisca affinché tutto questo non si scarichi sulle nostre città e i cittadini». Inaccettabile. Insostenibile. Incredibile. Ormai siamo alle istituzioni contro. Quel decreto non piace? Colpa tua che lo hai approvato.
La presa di posizione del sindaco non poteva piacere a Fdi e Lega che in consiglio comunale hanno attaccato duramente il primo cittadino. Ma quel che colpisce è proprio il silenzio delle opposizioni, a partire da quelle parlamentari.


Mentre dagli alleati di Giorgia Meloni la solidarietà è piena, a partire da Lega e Forza Italia, i partiti di riferimento dei vicepresidenti del Consiglio Matteo Salvini e Antonio Tajani e dai vari ministri, nel resto della politica è silenzio glaciale. Al punto che resta quasi rituale la rabbia del centrodestra e di Fdi, con i suoi capigruppo Foti e Malan e diversi esponenti parlamentari del partito, di fronte a ciò che continua ad accadere contro la premier. È invece un clima davvero pericoloso, eccitato anche da espressioni che leader dell'opposizione parlamentare non esitano ad usare ogni volta che polemizzano con il governo. E poi salta sempre fuori qualche folle a minacciare fatti oltre le parole. L'assenza di qualsiasi reazione da parte della sinistra ufficiale e dei pentastellati lascia a bocca aperta. Anche perché ci troviamo di fronte a minacce reiterate nel tempo, e sembra quasi che non si vogliano disturbare i violenti. Invece la sinistra deve avere il coraggio di spendere parole chiare di condanna contro chi istiga all'odio, perché non debba più ripetersi una stagione che abbiamo già conosciuto nel Paese.
Il riferimento al "cranio" non sono casuali. Perché in quegli anni dolenti in cui ci si scontrava duramente erano fatti anche di chiavi inglesi sulla testa degli avversari politici prima di passare direttamente alle pistolettate. Erano gli anni di piombo, un periodo tragicamente costellato dal terrorismo oltre che dalla violenza di piazza. Le tensioni sociali non possono davvero offrire il pretesto per ripercorre quel tempo drammatico e tragico. E il silenzio sulle minacce alla Meloni rischia di diventare propedeutico a qualcosa di peggio.

 

 


INCOSCIENTI
Sembra quasi che siano solo le forze del centrodestra a ragionare sui pericoli che si annidano all'orizzonte e che chi sta all'opposizione sia autorizzato a fregarsene. Ma vuol dire ragionare da incoscienti, che la perdita del potere è più forte del richiamo al rispetto della democrazia e che la violenza può essere giustificata comunque. È un atteggiamento irresponsabile su cui le personalità più serie che militano tra le forze di opposizione e gli stessi intellettuali di riferimento di questa sinistra prendano coraggio e rifiutino i messaggi più estremisti che circolano nella società. Altrimenti chiunque sarebbe autorizzato a considerare la sinistra quanto di peggio possa accadere nella nostra società, con un atteggiamento destinato a pesare sulla convivenza civile. 

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