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Meloni: "Berlusconi lo ha detto davvero?". Si voltano tutti: trionfo del premier

Francesco Storace
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A Giorgia Meloni, di fronte al suo popolo, brillano gli occhi. E pensa alla compattezza di una maggioranza che andrà avanti come un treno.Il decennale di Fratelli d'Italia non poteva concludersi meglio. Persino con gli interventi in video degli altri due leader del centrodestra. Sentire Silvio Berlusconi che la definisce «la nostra leader» fa voltare tutti in sala stampa a chiedersi «ma è vero che l'ha detto?». E poi l'omaggio di Matteo Salvini, con il leale riconoscimento del «gran lavoro che Giorgia sta già facendo in Europa». Che era l'ostacolo temuto alla vigilia della prova e che ora la vede protagonista tra i leader. Loro tre sono davvero uniti. Il "ritorno al partito" - «questa è la prima volta in cui non organizzo io la nostra principale manifestazione», afferma commossa la Meloni - è accolto da un autentico tripudio. La grande struttura di piazza del Popolo strapiena già due ore prima e fuori tanta altra gente a riempire piazza del Popolo. Poi, all'ingresso della Meloni, l'immagine plastica di quanto sia adorata dai suoi. Li ha conquistati in dieci annidi corsa a ostacoli e tenacia.

 

GIUSTA AMBIZIONE

Ripercorre l'esordio di Fratelli d'Italia, «gli inizi anche se tutto congiurava contro», il gruppo dirigente che leggeva sondaggi e risultati che non arrivavano mai (e prima di lei lo ha ricordato scatenando entusiasmo anche Giovanni Donzelli, capo dell'organizzazione). Poi, il balzo dal 6,4 delle Europee 2019 all'enormità del primato alle Politiche 2022. Oggi Fdi si ritrova accreditato anche di un 30 per cento e oltre. Il clima c'è. Giorgia Meloni manifesta tutto il suo orgoglio per la comunità che rappresenta e «per una straordinaria classe dirigente». Ma promette: «Governerò e governeremo senza guardare i sondaggi ma il Pil, l'occupazione, la ricchezza, la crescita».


L'omaggio ricambiato ai suoi alleati: «Sono molto contenta dell'alleanza e del governo» e racconta di questa prima manovra economica approvata in un'ora in Consiglio dei ministri. E mentre parla, di nuovo il pensiero a ciò che esisteva prima di Fratelli d'Italia: «Siamo il primo governo che rappresenta gente che per decenni è stata considerata figlia di un Dio minore». Ora c'è il riscatto di quella destra sommersa che viveva quasi nell'ombra. Sì, andava al governo, ma "comandavano" altri. Adesso «ci siamo noi», le gridano dal tendone. E Giorgia un po' sorride, un po' frena gli ardori. E soprattutto rivendica le scelte politiche che comunque caratterizzano la manovra. Le decine di miliardi contro il caro bollette non erano un atto dovuto, ma una promessa (mantenuta) della campagna elettorale. Poi gli interventi per famiglia e natalità, giustizia sociale sulle pensioni, con la redistribuzione degli aumenti più favorevole alle pensioni minime che a quelle alte. Il primo taglio del cuneo fiscale per far star meglio i lavoratori. Reddito di cittadinanza che va garantito a chi non può lavorare, e poi formare chi invece può guadagnarsi lo stipendio.

La coalizione è compatta, insiste, e la sinistra litiga. «Ci attaccano, ma noi non ci faremo spaventare». Le nostre battaglie le portiamo avanti ovunque, «come sull'immigrazione in Europa: se finalmente se ne parla, è perché abbiamo posto la questione con decisione». E in quanto agli attriti con la Francia, «non siamo alle elementari: io faccio il presidente del Consiglio, Macron il presidente della Repubblica francese. Le dinamiche non sono personali ma un po' più politiche, non è che Meloni non va in un posto perché c'è Macron». «Siamo la nuova Italia» è il messaggio che la Meloni lancia con fierezza. Nella "nuova Italia", poi, non ci sarà spazio per i rave illegali: «È finita la stagione nella quale non ci si accorge di chi delinque». Interpellata sulla querelle giudiziaria con Roberto Saviano, denunciato per diffamazione, ribadisce: «Non ritiro la querela. Lui mi ha dato più volte della bastarda accusandomi della morte di un bambino».

 



LA VOCE DEI PATRIOTI

Va avanti il centrodestra, scommette la leader di Fdi, che domani indicherà su chi puntare per il Lazio. «Dieci anni fa la preoccupazione era quella di non disperdere lo straordinario patrimonio valoriale e umano che aveva attraversato la storia del Msi prima e di Alleanza nazionale dopo. È stata una sfida davvero». Parole a margine del ministro Musumeci, che allora non c'era e racconta: «Io tentai con La Destra di raccogliere il dissenso nel Pdl, fu un generoso tentativo naufragato dopo qualche anno. Giorgia è stata tenace, perseverante, assieme ad un gruppo di uomini e donne coraggiosi, ha superato la prova». Poi, chi c'era e c'è ancora come Fabio Rampelli: «Non si poteva festeggiare meglio il decennale di Fdi, con una vittoria epocale, che ha visto la prima donna italiana di destra alla guida della nazione. Sogno realizzato con tenacia, lungimiranza, coraggio e preparazione culturale». Chapeau, patrioti.

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