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Manovra, Giorgetti clamoroso: "Errore mio, mi assumo la responsabilità"

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Colpo di scena nella tarda serata di domenica: è saltata la norma sul tetto al contante fissato a 5.000 euro. Il terremoto nel governo dura giusto qualche minuto. E' Giancarlo Giorgetti, ministro del Tesoro, a spiegare quello che è accaduto, per sbaglio, nelle ultime frenetiche ore di modifiche sulla manovra. In uno degli emendamenti depositati dal governo in commissione Bilancio alla Camera sulla manovra, infatti, emerge come risulti cancellato l'intero articolo 69, che riguarda sia il tetto al contante che le sanzioni sul Pos.

 

 



L'intenzione dell'esecutivo, come illustrato dal ministro Giorgetti, in commissione era quella di eliminare solo la parte relativa al Pos, e non anche quella relativa al tetto al contante. Per come scritto ora, invece, risulterebbe cancellata anche la norma che alza il tetto al contante da 1.000 a 5.000 euro. Si tratta "di un refuso, mi assumo io la responsabilità di un errore della Ragioneria di Stato", ha spiegato Giorgetti preannunciando che l'emendamento sarà corretto. Il ministro si è anche detto "assolutamente fiducioso" nel fatto che la legge di bilancio possa venire approvata in tempi record già entro Natale. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha avvertito tutti: per evitare l'esercizio provvisorio, è ipotizzabile anche un voto il 24 e 25 dicembre. 

 

 

 


Assai critico, come prevedibile, il Movimento 5 Stelle. "Quel che sta accadendo in commissione Bilancio alla Camera supera i limiti dell'immaginazione - tuonava poco prima di mezzanotte Francesco Silvestri, capogruppo grillino alla Camera -. Dopo che il governo dei 'sovranisti dall'altro ieri' ha ceduto a Bruxelles sull'utilizzo del Pos, il ministro Giorgetti ha candidamente ammesso che sul tetto al contante, apparentemente cancellato, c'è stato 'un errore' per la presentazione di alcuni testi sbagliati". "La gestione della Legge di Bilancio del governo Meloni, una delle fasi più importanti per il Paese, rasenta il ridicolo - conclude l'esponente del Movimento - e palesa l'inadeguatezza di un esecutivo che, tra figuracce e marce indietro, tutto è, meno che 'pronto'". Si preannunciano insomma giorni roventi in Parlamento, con più di una polemica sotto l'albero.

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