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Antonio Panzeri? Un caso che si lega alla storia del Pci

 Antonio Panzeri

Francesco Carella
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Vi è un filo rosso che accomuna la vicenda del post-comunista Panzeri e la storia del Partito comunista italiano. Nell'un caso e nell'altro accade che si accettino finanziamenti da Paesi autoritari in cui vengono negati i più elementari diritti umani, per esaltarne, appena possibile, le virtù democratiche. Nell'attesa di ulteriori sviluppi sul Qatargate vale la pena di ricordare gli stretti rapporti finanziari intercorsi tra Mosca e Botteghe Oscure. Come documentato da Vladimir Bukovskij in Gli archivi segreti di Mosca - oltre il 50% del fondo speciale previsto annualmente dal Politburo del Pcus per i partiti comunisti occidentali finiva nella cassaforte del Pci. Nei primi anni '50 la cifra annua si muove intorno ai 400-500 mila dollari, ma già agli inizi dei '60 si giunge a tre milioni di dollari, per attestarsi nel 1972 a 5,2 milioni all'anno. Lo storico Victor Zaslavsky scrive - in Lo stalinismo e la sinistra italiana - che «nel periodo compreso fra il 1973e il 1979 la somma che l'URSS trasferisce al partito italiano ammonta a 32-33 milioni di dollari».

Ebbene, in quello stesso periodo, precisamente nel 1975, nella relazione tenuta al XIV congresso nazionale Enrico Berlinguer esalta non solo i risultati economici raggiunti dall'Unione Sovietica rispetto al mondo capitalistico, ma si spinge oltre fino ad affermare che «è universalmente riconosciuto che in quei Paesi esiste un clima morale superiore, mentre le società occidentali sono sempre più colpite da un decadimento di idealità e di valori etici con ampi processi di corruzione». Tanto per rinfrescare la memoria, in quegli anni funzionavano a pieno regime sia i lager siberiani che gli ospedali psichiatrici. In questi ultimi, subivano un "trattamento speciale" gli intellettuali in dissenso con il regime come accadde allo stesso Bukovskij. I finanziamenti moscoviti, come è stato documentato, vanno ben oltre gli anni '70.

Nel già citato Gli archivi segreti di Mosca si riporta la fotocopia del «verbale n° 94 relativo alla seduta del Politburo del 18 gennaio 1983» dove si legge che «in risposta alla richiesta degli amici italiani occorre incaricare il ministero per il Commercio estero di facilitare la vendita di petrolio a ditte a noi vicine a prezzo di favore al fine di ricavare da queste operazioni guadagni extra per i nostri amici». Evidentemente una tale quantità di denaro non era ancora sufficiente tanto che si ricorre parallelamente a finanziamenti extra-sovietici. In tal senso, il 2 marzo 1974 nel corso di una direzione, Armando Cossutta denuncia «l'esistenza di un inquinamento nelle amministrazioni pubbliche nel quale c'è di mezzo l'organizzazione del partito, con alcuni che fanno l'interesse personale». Ma nulla cambiò. Anzi, Enrico Berlinguer, in un'intervista del 1981, lancia la questione morale scagliandosi contro i partiti (tranne il Pci) con l'accusa di dedicarsi solo «alla gestione degli interessi, i più disparati e talvolta anche loschi». Sic!

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