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Soumahoro, "dove finivano i soldi": una svolta clamorosa

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"Elevata spregiudicatezza criminale a gestione familiare": così ha parlato il giudice per le indagini preliminari (gip) Giuseppe Molfese in merito al caso delle cooperative gestite da Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamitsindo, rispettivamente moglie e suocera del deputato Aboubakar Soumahoro (estraneo all’inchiesta). Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, le carte dell’ordinanza della procura di Latina sulle società Karibu e Aid mettono in luce un meccanismo - fatto di soldi prelevati in contanti e bonifici verso l’estero - che porta a una rendicontazione delle erogazioni considerata “difficile” e a una “gestione contabile non trasparente” con “distrazioni di denaro per finalità estranee alla gestione dei progetti”.

 

 

Il punto su cui lavora la procura, quindi, è quel flusso di denaro versato dallo Stato alle cooperative riconducibili alla famiglia di Mukamitsindo e finito altrove. Nello specifico, vengono segnalate sei fatture del 2019 "relative a operazioni inesistenti" nei confronti dell'associazione Jumbo Africa. Dall’informativa della Guardia di finanza si legge che “gli importi contabilizzati non solo non si riferiscono ad attività sociali, peraltro con prestazioni mai effettuate, ma addirittura sembrerebbero strumento per veicolare il trasferimento di denaro dalla Karibu alla Jambo e da quest’ultima all’estero”. Inoltre, "dal collegamento con la banca dati Inps è stato accertato che nel 2019 la Jumbo non risulta avere alcun dipendente, non ha presentato il modello 770 per l’anno 2019, ma risulta aver ricevuto dalla Karibu bonifici utilizzati sistematicamente per disporre bonifici anche verso l’estero a vari soggetti".

 

 

Insomma, i migranti servivano solo a giustificare "in sede di rendicontazione la richiesta di finanziamenti" alla Direzione centrale per i richiedenti Asilo. E come se non bastasse, questo meccanismo fraudolento avrebbe succhiato risorse destinate all’accoglienza impoverendo i servizi e le condizioni di vita dei profughi stessi, minori compresi. Si parla di "riscaldamenti ridotti in ore notturne o assenti" e di "alloggi fatiscenti con arredamento inadeguato rispetto al numero degli ospiti, mobili rotti, condizioni igieniche carenti", fino all’assenza di "derattizzazione e deblattizzazione". In altre parole, i migranti sarebbero stati esposti al freddo, e avrebbero vissuto in stanze dove c'erano blatte e topi. Uno scandalo nello scandalo. 

 

 

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