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Meloni, lezione alla sinistra: "Perché non parlo mai male dell'Italia"

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A Enrico Letta e Giuseppe Conte saranno fischiate le orecchie a ripetizione. Giorgia Meloni interviene al Senato per le comunicazioni sul Consiglio Ue in programma domani e dopodomani e colpisce durissimo Pd e Movimento 5 Stelle, evidenziandone furbizie e contraddizioni. 

"Ricordo leader di altri partiti in campagna elettorale che sulla stampa internazionale dicevano che se avesse vinto la sottoscritta l'Italia avrebbe corso rischi" e che "la destra ci avrebbe portato in bancarotta - spiega la premier riferendosi proprio agli esponenti dem -. Come presidente dei Conservatori europei in tre anni non ho mai rilasciato un'intervista alla stampa straniera. Non l'ho fatto perché ero all'opposizione e non avrei potuto rilasciare interviste senza parlare male del governo della nostra nazione, e io non parlo male dell'Italia fuori dai suoi confini nazionali, è un fatto di amore per la propria nazione". "Ho sempre più l'impressione che in questa nazione il problema siamo noi, che quelli che non hanno consapevolezza di quanto l'Italia sia considerata nel resto del mondo siamo noi: è un problema tutto italiano", sottolinea ancora la leader di Fratelli d'Italia -. Qualcuno strumentalmente sosteneva che con un governo a guida Meloni e con un governo di centrodestra l'Italia sarebbe stata isolata nel mondo, come se fosse possibile isolare una nazione fondatrice dell'Ue e della Nato, che ha un ruolo da protagonista nel Mediterraneo e che una storica unica nel contesto mondiale".

Quando si parla di Ucraina, il messaggio forte e chiaro è per i grillini, letteralmente irrisi dalla Meloni. "Il timore di un cambiamento di rotta nel conflitto ucraino doveva esserci se avessero vinto altri partiti -, rivendica con orgoglio -, quelli di centrodestra hanno sempre votato con una posizione chiara. Le uniche distonie in tema di conflitto ucraino erano nel campo del centrosinistra". Quindi la battuta, velenosissima: "L'invio di armi in Ucraina dall'Italia è stato deciso dal precedente governo con una maggioranza a guida M5s, vi ringrazio per il sostegno dato al popolo ucraino e per l'invio di armi, grazie perché contano i fatti più delle parole". Questo a poche ore dall'intervento del leader del Movimento Conte che ha accusato la Meloni di seguire la linea pro-Washington e pro-armi del governo Draghi. "Senza sostegno a Kiev - conclude Meloni - non avremmo avuto la pace ma l'annessione. Tutti lavorano per la pace. Voi - dice la premier rivolgendosi ai pentastellati - forse avete delle soluzioni che io non ho. Non credo che sventolando una bandierina si può ottenere la pace. Domanda: l'Ucraina deve arrendersi per ottenere la pace. Se è così io non sono d'accordo. Potete dirci come si possono convincere i russi a ritirare le truppe? Possiamo proporre un reddito di cittadinanza? Oppure ritenete che si debba riconoscere la giurisdizione russa sui territori?".

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