Matteo Salvini, la lezione alla sinistra: "Per 5 anni senza rimpasti"
"Mi scuso per essere arrivato a relazione iniziata ma ero con i colleghi francesi al Mit per il tema Tav su cui abbiamo messo due miliardi di euro. Sono da 52 giorni nel mio nuovo ufficio ed ho trovato 117 opere commissariate”. Ha esordito così Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nonché vicepresidente del Consiglio, all’Assemblea annuale di Confesercenti tenutasi oggi 13 dicembre a Roma. "Un miliardo di euro sbloccato in cantiere - ha spiegato il leader leghista - significa 17mila posti di lavoro. Se entro la fine dell’anno riusciamo a portare al Cip 24 opere di Anas un importo di 4,5 miliardi significano circa 70mila posti di lavoro”.
Così Salvini è subito andato dritto al punto, quello centrale delle infrastrutture e delle grandi opere, su cui il suo ministero è già al lavoro, e ha aggiunto: "Siamo qui da 52 giorni, con tutte le difficoltà nazionali, internazionali, si è dato un chiaro indirizzo. Faremo di tutto affinché per cinque anni questo indirizzo venga portato a termine, poi vedremo al termine dei cinque anni che venga giudicato dal popolo senza cambi, rimpasti, variazioni di squadra”. In queste parole un chiaro riferimento a tutti i precedenti governi a guida centrosinistra, i cui rimpasti sono ormai un marchio di fabbrica: una stoccata, quella di Salvini. Una promessa agli italiani. Poi nel discorso del vicepremier anche le prime conferme. "Il Codice degli Appalti arriverà nel Consiglio dei Ministri venerdì e riguarda tutte le imprese italiane", ha detto Salvini.
Il ministro ha infine speso delle parole anche su un altro tema, quello super polemico dei pagamenti elettronici e del tetto al contante. “Io sono per la libertà - ha ammesso Salvini - mi hanno attaccato per una settimana perché ritengo che uno debba poter usare il suo denaro pagando come vuole. Se vuoi pagare con il bancomat lo fai, se vuoi farlo in contanti anche e non ci devono essere divieti, obblighi o multe. Io il caffè lo pago con un euro, mi rifiuto di pagarlo con la carta di credito”.