Meloni, "piano-Mattei per l'Africa": migranti ed energia, cosa cambia
Giorgia Meloni ha usato parole chiare alla Camera: l'Italia proseguirà nel suo percorso sia sul fronte energetico che su quello dei migranti. Di fatto nel discorso in cui il premier ha presentato la missione italiana in vista del Consiglio europeo, il premier ha usato parole forti: "Continuiamo a essere convinti che occorra passare dal dibattito sul tema della redistribuzione a quello sulla difesa comune dei confini esterni dell’Unione. Serve un quadro di collaborazione basato su flussi legali e su un’incisiva azione di prevenzione e di contrasto di quelli irregolari, fermando le partenze e lavorando ad una gestione europea dei rimpatri. Con oltre 94 mila arrivi, l’Italia - insieme ad altri Stati di primo ingresso in Europa - sta sostenendo l’onere maggiore nella protezione delle frontiere europee di fronte al traffico di esseri umani nel Mediterraneo".
E ancora: "Non intendiamo fingere che vada bene così anche perché quando leggo le notizie di scontri a fuoco tra le forze del ministero libico e i trafficanti in mare, o quelle che raccontano di scafisti pronti a gettare le persone in mare di fronte a imprevisti, mi convinco ancora di più, qualora ce ne fosse bisogno, che arricchire questi cinici schiavisti del terzo millennio, nulla abbia a che fare con il concetto di solidarietà". Poi il premier ha parlato anche degli obiettivi dell'Italia in Africa: "Lavoriamo per fare dell’Italia la Nazione promotrice di un ’piano Mattei per l’Africa, un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Unione Europea e nazioni africane, un approccio che, prendendo esempio da un grande italiano come Enrico Mattei, non sia predatorio nei confronti dei paesi africani, ma collaborativo, fondato su uno sviluppo che garantisca crescita, dignità, lavoro, che costruisca le condizioni per difendere il diritto a non dover emigrare, piuttosto che il diritto a dover emigrare per forza sostenuto fin qui".
Infine la Meloni ha spiegato anche la linea del governo sull'Ucraina: "L’Italia ha onorato i suoi impegni internazionali fin dall’inizio della guerra, attraverso la fornitura di una serie di aiuti militari in virtù dei 5 decreti interministeriali approvati dal precedente esecutivo. La difesa è impegnata in questo momento nella consegna dei materiali del quinto decreto approvato a ottobre scorso, che dovrebbero ultimarsi entro dicembre".