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Vittorio Feltri: "Conte è un agitatore di piazze ma non va sottovalutato"

Giuseppe Conte

Vittorio Feltri
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Tutti si chiedono come mai il Movimento 5 stelle, che i politologi della mutua davano per agonizzante, in realtà sia talmente in crescita da essere sul punto di sorpassare il Pd. Cosa può essere accaduto di tanto clamoroso da modificare i sondaggi che registrano ogni giorno l'avanzamento dei grillini? L'autore del miracolo è Giuseppe Conte, due volte presidente del Consiglio senza gloria. Il foggiano, in pratica, è riuscito a superare a sinistra la baracca di Letta, rubandogli consensi insperati.

 

In Italia ci sono sempre stati partiti estremisti capaci di calamitare i disperati del Paese, specialmente quelli del sud. Poiché la sinistra classica infarcita di ex democristiani non è più in grado di interpretare il ruolo di rappresentanza dei ceti più bisognosi, ecco che la palla è finita nelle mani di un uomo il quale, una volta uscito da Palazzo Chigi, si è lanciato a conquistare l'elettorato più basso, diventando un leader proletario che scalda gli animi specialmente dei meridionali.

L'avvocato del popolo non è affatto stupido come qualcuno sospettava e si è messo ad arringare le folle con discorsi che noi non possiamo condividere, ma che hanno una grande efficacia nel convincere la plebe che il suo movimento la salverà dalla miseria. Non c'è altra spiegazione al fenomeno inatteso. L'oratoria di Conte è semplice quanto un discorso fatto al bar pertanto è comprensibile a chiunque, specialmente alla gente che non vuole rinunciare al reddito di cittadinanza perpetuo. Il capo dei pentastellati ha convinto anche Beppe Grillo, il quale gli ha lasciato libertà d'azione avendo constatato che i numeri gli danno ragione.

 

In pratica i proletari di risulta si affidano all'avvocato perché è l'unico capace di protestare con efficacia contro il governo della Meloni, che da lui non ha nulla da temere ma deve sapere che non è un avversario da sottovalutare. Le sue carte sono poche ma possono avere un certo impatto su una popolazione di disperati che vede nella cancellazione del reddito di cittadinanza un attentato alla propria sopravvivenza. Il 15 per cento attribuito al Movimento non è una minaccia per il governo, ma lo è per i dem alle prese non tanto con i problemi italiani, bensì con l'elezione del nuovo segretario. Una bega, quella in atto nella segreteria dei cosiddetti democratici, che non interessa l'elettorato comune, ma contribuisce a disgustarlo e a metterlo in fuga. Tutto ciò fa il gioco della Meloni che, stando così le cose, non avrà mai una opposizione seria e capace di metterla in difficoltà. 

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