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Giorgia Meloni, Vittorio Feltri: "A lei chiedono miracoli, ma con Draghi..."

Vittorio Feltri
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Ogni volta che accendo il televisore o leggo di malavoglia i nostri quotidiani, specialmente quelli che si danno molte arie perché sono ancora convinti di essere grandi, trasalisco. Le notizie che vomitano gli organi di informazione sono tutte di segno negativo. Trionfa la povertà , il meridione guidato da Conte trema perché il reddito di cittadinanza sarà contenuto, inoltre c'è la lagna della disoccupazione che sarebbe la piaga nazionale. Tutte balle fomentate dall'odio della sinistra nei confronti di Giorgia Meloni, che sarebbe acerrima nemica dei diseredati. La realtà è diversa. Tanto per cominciare il nostro spread, che è il termometro della febbre, è diminuito dal 231 negli ultimi tempi di Mario Draghi a Palazzo Chigi, all'attuale 184. Quasi un miracolo compiuto dal nuovo premier canzonato o addirittura odiato dai signorini progressisti dei miei stivali. I quali signorini sono talmente stolti da essere incapaci di compulsare le statistiche.

 

 

 

Ricapitoliamo, la povertà c'è sempre stata e sempre ci sarà, perché diventare miserabili è facilissimo, mentre diventare ricchi è difficile, ciò richiede capacità professionali e volontà di ferro. Certamente esistono molti privi di impiego, oggi come ieri, per il semplice fatto che parecchia, non moltissima, gente non ha mai imparato un mestiere serio indispensabile per trovare un lavoro fisso e ben retribuito. Chi non è attrezzato per essere assunto in una azienda che garantisca un buon stipendio, al massimo può fare il manovale in concorrenza con gli immigrati più sfigati. La disoccupazione assistita dallo Stato grazie al reddito di cittadinanza fino a pochi anni fa non esisteva eppure non mi risulta che a quei tempi si registrasse una moria di indigenti.

 

 

 

Faccio poi notare che parecchie aziende sono in cerca di personale ovviamente dotato di un minimo di specializzazione, e fatica a trovarlo. Vero che i salari nostrani sono tra i più bassi d'Europa, ma sono bassi per tutti e non solamente per i meridionali che giustamente reclamano una retribuzione adeguata. Insomma per guadagnare bene bisogna darsi da fare, non starsene a casa in poltrona aspettando l'obolo approvato dal governo, che è già assai indebitato. Insultare e minacciare di morte la Meloni, che è all'inizio della sua esperienza alla guida dell'Italia significa essere in malafede. Anche lei non sarà in grado di fare miracoli, ma il buon tempo si vede dal mattino, e il sole si è già alzato all'alba per merito della presidente del Consiglio. 

 

 

 

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