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Reddito, la menzogna di Giuseppe Conte sulle madri disperate

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Le balle di Giuseppe Conte sul reddito di cittadinanza rischiano di fare molto male, non tanto al governo di Giorgia Meloni quanto al Paese. Sebbene il Movimento 5 Stelle respinga tali accuse, è innegabile che stia fomentando gli animi di persone già in difficoltà: riempirle di bugie a scopi elettorali non è il massimo, soprattutto se lo si fa senza venire contraddetti in tv, come nel caso di Tagadà, su La7, dove il presunto avvocato del popolo cavalcava storie di madri con sei figli "a cui tolgono il reddito". Balle. Menzogne che poi concorrono a creare casi come quello del percettore del reddito siciliano che ha minacciato di morte non solo la premier, ma anche sua figlia. 

 

 

 

A partire dal primo dicembre, Conte ha lanciato un tour “pro-reddito” durante il quale ha spesso e volentieri detto falsità in merito ai cambiamenti che il governo ha inserito all’interno della manovra. In particolare il leader del M5s ha sostenuto che l’esecutivo “vuole togliere tutto a oltre 600mila cittadini nel 2023”, facendo cassa su “chi non arriva a fine mese”. Si tratta di una bugia con le gambe cortissime, come evidenziato da Giovanbattista Fazzolari. Per fugare ogni dubbio, il sottosegretario all’Attuazione del programma di governo ha ricordato cosa contiene l’articolo 59, comma 2, della manovra, che è quello sul reddito di cittadinanza. 

 

 

Dal primo gennaio al 31 dicembre 2023 il sussidio è riconosciuto a tutti nel limite massimo di otto mensilità. Nel comma 2 è però precisato che tale disposizione non si applica in caso di nuclei al cui interno vi siano persone con disabilità, minorenni o persone con almeno sessant’anni di età. Quindi non è vero che alle madri con figli minori verrà tolto il reddito di cittadinanza dopo otto mesi, come fatto credere da Conte nel corso di alcuni incontri tra Scampia e San Giovanni a Teduccio.  E così come ha nuovamente fatto credere in tv, nel programma di Tiziana Panella. Ma le bugie hanno le gambe corte...

 

 

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