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Bankitalia, Sallusti: critica la manovra, ma sono quelli di Mps

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Ieri la Banca d'Italia ha espresso un giudizio critico su alcuni provvedimenti annunciati dal governo, in particolare contante, flat tax per i lavoratori autonomi, cartelle esattoriali e reddito di cittadinanza in quanto «rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del Paese». Ci sta, è un parere certamente autorevole ma non più di altri di segno opposto. Ma soprattutto quando qualcuno esprime un parere c'è da chiedersi innanzi tutto a nome di chi parla, quali sono gli interessi che difende e gli obiettivi che si pone. Banca d'Italia non è una istituzione neutra, né verrebbe da dire particolarmente efficiente se è vero come è vero che uno dei problemi del paese sta proprio nel suo sistema bancario che una banca centrale avrebbe dovuto difendere e sul quale avrebbe dovuto vigilare. È un fatto che negli ultimi tempi le cose non sono andate esattamente così.

Solo per fare un esempio, tenere in vita il Montepaschi di Siena è costato negli ultimi tredici anni trenta miliardi di soldi pubblici e ancora non è finita. Voglio dire che l'interesse delle banche coincide solo fino a un certo punto con quello del Paese e dei suoi cittadini, parliamo pur sempre di imprese private che campano di profitti per raggiungere i quali in anni passati hanno adottato tecniche contigue all'usura e allo strozzinaggio. Per carità, siamo ben consci che il sistema bancario è uno dei cardini dell'economia ma è anche evidente che è l'unico, altro esempio, a guadagnare sull'uso coatto della moneta elettronica. La loro voce va ascoltata, certo, ma non è il vangelo, non per chi, come un governo, ha come missione di conciliare interessi a volte tra loro contrapposti.

I trenta miliardi che abbiamo bruciato per gli omessi controlli (e per le scelte politiche) di Banca d'Italia sulla gestione allegra di Monte dei Paschi (tralasciando tutti gli altri crack) consiglierebbero maggior cautela a ergersi giudici superpartes di come si deve gestire un sistema. Perché così, tanto per dire, con quei soldi in cassa oggi probabilmente non saremmo qui a parlare di tirare la cinghia, o comunque il governo potrebbe allacciarla a un buco che consentirebbe di farci respirare un po' meglio.

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