Gianluigi Paragone, esplode Italexit: "Comando io", chi lo molla
"La scissione dell'atomo". Il primo a scherzarci è Gianluigi Paragone, ma il partito che l'ex senatore del Movimento 5 Stelle ha fondato con tante speranze, Italexit, sta già vivendo il suo primo psicodramma. Si parla di dissidenti, di ribelli, di proteste contro una gestione troppo verticistica ed autocratica (vale a dire, proteste contro Paragone), di fughe ed espulsioni. Una sceneggiatura già andata in scena, con numeri ben più gonfiati, proprio tra i 5 Stelle.
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A far deflagrare tutto il mancato approdo di Italexit in Parlamento, lo scorso 25 aprile: non raggiunta la soglia del 3%, che i sondaggi nei mesi precedenti davano come possibile. Ha pesato anche il cambio di scenario: Covid, vaccini e Green pass sono stati scalzati, nell'agenda quotidiana, da temi come la guerra in Ucraina, il posizionamento dell'Italia, le bollette, il caro-energia e il rischio recessione. Tutti temi su cui Paragone peraltro si sta muovendo nel solco della opposizione dura e pura, come suo solito. Ma che non "muovono le masse" come accaduto durante la pandemia con la retorica della "dittatura sanitaria". Peraltro, il boom di Fratelli d'Italia (altro partito d'opposizione, ma ben più strutturato) ha forse svuotato anche il bacino di elettori più moderati.
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Ora, scrive il Corriere della Sera, i delusi dentro Italexit sognano addirittura di sfiduciare il fondatore. "Chi dice che arrivare al 2% in un anno è un insuccesso non capisce niente di politica", si difende Paragone, minimizzando la portata delle proteste. Allo studio, ci sono due iniziative pesanti: "commissariare i quadri locali riottosi", scrive il Corsera, e cambiare nome al partito, trasformandolo in Per l'Italia con Paragone, perché, spiega il diretto interessato, "il partito si identifica con la mia leadership" e "qui comando io".
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"In alcuni casi è stata messa in discussione la mia linea, in altri c'è una rivolta dei circoli provinciali. In generale servono persone nuove, più esperte per questa nuova fase", spiega Paragone che polemizza con i ribelli: "Speravano di avere in mano il biglietto vincente della lotteria per il Parlamento. E quando è andata male hanno iniziato a contestare. Piagnucolano. I militanti non si stracceranno le vesti per chi fa i capricci".