Meloni, "più problemi che voti": cosa sa Bisignani, un "alleato scomodissimo"
Luigi Bisignani ha offerto un consiglio a Giorgia Meloni, quello di non fidarsi dei “fake liberal”, a partire da Carlo Calenda al quale la premier ha aperto le porte di Palazzo Chigi nei giorni scorsi. “Buona chimica, l’ho trovata preparata”, ha dichiarato il leader di Azione con un atteggiamento che non è piaciuto all’ex faccendiere, secondo cui la presidente del Consiglio sarebbe stata trattata come “una scolaretta”.
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“Finirà che il liberal socialista Calenda porterà più problemi che voti al centrodestra”, ha sottolineato Bisignani nel suo editoriale su Il Tempo. “Dall’elenco di chi li chiama ‘liberali dopo le sei’ - ha aggiunto - certo non manca 'Giuseppi' Conte, l'omino per tutte le stagioni, fino a poco tempo fa vantava un ‘approccio liberale’ sulla questione dei vaccini obbligatori. E ancora, se uno come Stefano Bonaccini, in piena corsa per la segreteria del Pd ragiona, forse a sua insaputa, da ‘ordoliberista’ - una variante del pensiero liberale nata e sviluppata dalla scuola economica di Friburgo - ‘auspicando l'autonomia delle regioni ma non senza definire i livelli essenziali delle prestazioni’, il quadro è completo.
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Secondo Bisignani i liberali,” quelli veri”, da Cavour a Croce e Einaudi si stanno rivoltando nella tomba: “Tutto a conferma del caos che regna sovrano nell'attuale scenario politico italiano, dove in troppi si riempiono la bocca della parola ‘liberale’, aggiungendo a turno una variante diversa come ‘progressista’, ‘democratico’, ‘riformista’. Lo Stato liberale garantisce diritti civili, libertà e diritti fondamentali (in diversi gradi rispetto alla situazione politica dello Stato in questione)”.