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Renato Schifani: "Più vicino a De Luca ed Emiliano che a Zaia e Fontana"

domenica 4 dicembre 2022

2' di lettura

"Mi sento più vicino a Michele Emiliano e Vincenzo De Luca che a Luca Zaia e Attilio Fontana". Firmato: Renato Schifani, presidente della Regione Sicilia, di centrodestra. Una intervista, quella del governatore al Corriere della Sera, destinata a creare non poche polemiche nella maggioranza. "Si possono rinvenire decine di mie dichiarazioni contro l'idea di una Italia a due velocità. Pur nel rispetto della Costituzione che prevede la possibilità per le regioni di invocare maggiore autonomia, ritengo che prima occorra una omogenizzazione degli aspetti infrastrutturali ed economici del Paese", spiega Schifani, che appunto sul tema dell'autonomia finanziaria differenziata si dice più vicino ai governatori di sinistra di Puglia e Campania piuttosto che a quelli leghisti di Veneto e Lombardia. "Non solo per le coordinate geografiche legate alle condizioni sociali del nostro Mezzogiorno, ma anche per quanto dicono e fanno", puntualizza Schifani. "Ci incontriamo lunedì a Milano, con gli altri presidenti - aggiunge -. E parleremo. Anche perché martedì a Monza tutti vedremo il Capo dello Stato. E di questo occorre discutere".

Zaia e Fontana, sottolinea, "fanno battaglie per il loro territorio esaltando una capacità tributaria maggiore, ma su alcune funzioni essenziali come scuola e sanità non possono esistere professori e medici più pagati e quindi più motivati al Nord, a scapito del Sud". "Se in passato gli amministratori del Sud non hanno fatto buon utilizzo delle risorse pubbliche - aggiunge ancora il governatore siciliano - non possono essere i cittadini di oggi e di domani a subirne le conseguenze. Questi ultimi hanno gli stessi diritti a ottenere prestazioni omogenee". "Parlo di perequazione infrastrutturale del Paese - prosegue -. Di assenza di aree industriali, di alta velocità che non c'è. E del trasporto aereo, una vergogna che si specchia nel caro biglietti di questi giorni perché Ita e altri fanno cartello".

Sulla sospensione del giudizio di parifica Schifani poi chiarisce che "la Corte dei Conti non ha contestato la Sicilia, ma ha impugnato un decreto legislativo firmato dal presidente del Consiglio e dal capo dello Stato nel 2019. Il decreto numero 159 che all'articolo 7 consente di spalmare l'eventuale debito in 10 anni. Sostiene invece la Corte che bisogna farlo in 3 anni. In questo caso nascerebbe la necessità di coprire 866 milioni, ma non è un buco". E aggiunge: "Mi chiedo però come mai la Corte dei Conti non abbia impugnato la norma l'anno scorso. Se la ritiene incostituzionale, poteva farlo ben prima del mio arrivo, visto che mi sono insediato da appena due mesi". 

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