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Formigli, De Benedetti e sinistra? Sallusti: operazione infame, ballano sui morti

Alessandro Sallusti
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Si vota, e la macchina del fango olia i motori. In palio, il 12 febbraio, ci sono i governi di Lazio e Lombardia ma anche ben altro e, in sintesi, da una parte la sopravvivenza del Pd dall'altra la tenuta della Lega perché se Matteo Salvini dovesse perdere la Lombardia la strada per lui si farebbe in salita e anche per il governo nazionale sarebbe un brutto colpo. Ecco, il combinato disposto delle due cose - vita del Pd morte della Lega salviniana - fa sì che la partita non riguardi soltanto le due regioni coinvolte ma diventi terreno di scontro politico e mediatico nazionale. 

Essendo a corto di argomenti, non volendo ripetere il fiasco dell'allarme fascismo usato per le recenti politiche e avendo in campo uno dei candidati più modesti di sempre, l'eurodeputato Piefrancesco Majorino, il Pd per la Lombardia ha deciso di giocare la carta dei morti di Covid da sbattere in faccia al governatore leghista uscente e ricandidato Attilio Fontana. Ad aprire le danze sono stati gli immancabili e sempre perdenti Corrado Formigli e il quotidiano di De Benedetti Il Domani, a cui diciamo chiaramente che questa è l'operazione più vigliacca e infame che un giornalista possa fare, per di più su mandato di un partito politico, il Pd, altrettanto cinico e squallido. Ballare sui morti di Covid, questo è ciò che la sinistra si appresta a fare nelle prossime settimane ben sapendo che la Lombardia si trovò ad affrontare a mani nude, prima regione in Europa, una delle più grandi tragedie della sua storia non avendo alcuna colpa. 

 

Ricordo a Majorino e a Formigli che mentre Attilio Fontana e i suoi cercavano di capire che diavolo stesse succedendo il suo sindaco di Milano Beppe Sala, il suo amico sindaco di Bergamo Giorgio Gori e il suo segretario nazionale Nicola Zingaretti organizzavano aperitivi sui Navigli per invitare i lombardi a non avere paura del virus cinese. Ricordo poi loro che il Pd era al governo con i Cinque Stelle di Conte, che il ministro della Salute era dei loro, Roberto Speranza, che le ritardate chiusure di zone contagiate furono quindi un pasticcio dal quale il Pd non può oggi chiamarsi fuori. Ma soprattutto invito Majorino, Formigli e chiunque altro intenda accodarsi a tenere giù le mani dai nostri morti, che tanto non possono votare e che se potessero parlare ne avrebbero anche per loro, più per sciacalli come loro che per chi ha disperatamente provato a salvarli.

 

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