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"Ideario", anche la destra sa fare cultura: un debutto a Cagliari

Corrado Ocone
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Fa un certo effetto scorrere il programma della prima edizione di Ideario 2022, il nuovo festival culturale della città di Cagliari che si svolgerà oggi e domani a cura di Fabio Meloni. Fa effetto perché i nomi coinvolti dimostrano con chiarezza che a destra non mancano quelle competenze che la sinistra dei festival crede propria prerogativa. Una volta tanto non vediamo scorrere la solita compagnia di giro delle Murgia, dei Saviano, delle Marzano e delle Valerio.
Una volta tanto l'interesse sembra rivolto ai temi piuttosto che ai protagonismi degli intellettuali di corte.

È quindi una boccata d'aria fresca quella che ci giunge dalla Sardegna, con la speranza che il governo di centrodestra possa finalmente facilitare quel percorso virtuoso che non porti tanto a sostituire una egemonia con l'altra ma a dare un valore più pieno e pluralistico al termine cultura. Particolarmente significativa è, da questo punto di vista, la scelta degli argomenti di discussione, che ruoteranno sostanzialmente attorno a tre nuclei tematici.

FAKE NEWS E MEDITERRANEO 
Il primo, affrontato nella giornata di oggi, concernerà la geopolitica, con un occhio di riguardo alla guerra in Ucraina: intorno al tema "Leggere la guerra" discuteranno, moderati da Mauro Mazza, Fausto Biloslavo, Daniele Dell'Orco e Andrea Romoli.

Non casuale né il titolo, né la scelta dei relatori. Il titolo evidenzia come oggi la guerra non si combatta solo con le armi, ma anche con la propaganda e la retorica. Da qui l'esigenza di interpretare i fatti e le immagini, di non accontentarsi di ciò che i governi e le agenzie di comunicazione internazionale fanno passare per vero. Non è semplicemente una questione di fake news, come il mainstream progressista vuole far crederci, ma più radicalmente di una manipolazione a monte delle notizie, che vengono letteralmente costruite o falsificate per farle entrare in certi schemi predefiniti e convergenti con il pensiero dominante.

Il secondo tema di cui si parlerà a Cagliari, domani mattina, concernerà i meccanismi di censura legati a quel nuovo conformismo di massa che viene comunemente definito "politicamente corretto". Moderati da Scalea, ne discuteranno, oltre al sottoscritto, Francesco Borgonovo, Marcello Foa e Dino Messina.

La novità rispetto a quella di un tempo è che la "nuova censura" agisce non a posteriori, ma a priori: oggi determinate idee e opinioni, soprattutto quelle che si richiamano alla nostra tradizione e ai valori della civiltà occidentale, vengono escluse dal dibattito pubblico perché non rispondenti alle priorità stabilite dall'agenda progressista. Chi 'Ideario l i liuur:dr o om ha un pensiero difforme e originale rispetto alla vulgata dominante fra gli intellettuali accreditati dalle centrali del pensiero viene isolato moralmente prima che praticamente. Qui l'egemonia intesa in senso gramsciano sembra assumere le sembianze addirittura della distonia orwelliana, quella di un universo a una dimensione fondato su meccanismi di sorveglianza e controllo e di esclusione e "punizione" dei diversamente pensanti. 

La sessione di sabato pomeriggio affronterà un tema che dovrà essere necessariamente centrale per il governo di centrodestra, il ruolo dell'Italia nel Mediterraneo: "Una partita senza mare: la sponda italiana nel Mediterraneo". Con il sindaco di Cagliari Paolo Truzzi e l'arcivescovo Giuseppe Baturi, ci saranno a discutere il ministro per il Sud, Nello Musumeci, il presidente nazionale dell'Anci, Antonio De Caro, lo storico Egidio Evitic e il giornalista Marco Valle. Modererà Gianluca Mazzini. La speranza di tutti noi è che questo festival, che si inaugura a poche settimane dall'insediamento del nuovo governo, segni davvero una nuova fase. Mai come oggi il discrimine fra la civiltà e la barbarie passa per il modo in cui si concepisce la cultura: se come palestra di libertà, o al contrario come attività volta all'utile di un partito o di un movimento politico.

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