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Vaccino, Paragone sfida Stato e magistratura: "Non pago la multa"

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"L'obbligo del vaccino è legittimo". Con questa frase la Consulta ha bocciato l'esposto dei no vax, "salvando" l’obbligo del vaccino contro il Covid. Quest'ultimo introdotto dal governo guidato da Mario Draghi per alcune categorie professionali e gli over 50. Tra questi c'è anche Gianluigi Paragone, noto in pandemia per essersi ribellato alle strette imposte. È lui, leader di Italexit, a spiegare la sua posizione: "Non posso che dare una valutazione politica. Per me è una sentenza che va verso una normalizzazione di un fatto che nei mesi scorsi ha prodotto grandi tensioni". E nello studio di Gaia Tortora a Omnibus su La7 ribadisce che "bastava una raccomandazione, poi chi era convinto si faceva il vaccino e chi non lo era non farlo". 

 

 

L'ex Cinque Stelle porta nella puntata in onda venerdì 2 dicembre la propria testimonianza: "Conosco tante persone tri-vaccinate a casa con la variante. Il vaccino, lo sapevamo già, non ti immunizza dal contagio, quindi non vedo perché per andare a lavorare bisogna vaccinarsi obbligatoriamente". Paragone è certo del fatto che "ormai nessuno convincerà più nessun altro, quindi quando ci racconteranno un pezzo di verità completa, allora avremo modo di capire meglio i particolari della vicenda".

 

 

Da qui la "minaccia" alle toghe: "Non pagherò la multa, farò ricorso. Se lo Stato ha voglia di beccarsi una valanga di ricorsi, lo faccia e auguri". La battaglia di Paragone si era allargata anche al Green pass. Sul via libera adottato dall'esecutivo tempo addietro, l'ex senatore non era rimasto a guardare: "Non ha una ricaduta sul vaccino, io ho sempre detto che è una norma dello Stato che mi dà uno spazio di libertà. Non sono un ribelle se non mi vaccino, mi avvalgo di uno spazio di libertà, ma considero discriminatorio se i miei diritti vengono intaccati attraverso il Green pass".

 

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