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Matteo Lepore, disastro a sinistra: "Pd? No, cambiamo il nome così"
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Per risolvere la crisi storica del Pd la soluzione c'è: cambiare il nome al partito. Quello nuovo? Ancora più geniale: Pdl, proprio come l'ex partito unico del centrodestra fondato da Silvio Berlusconi sul famoso predellino cancellando in un colpo Forza Italia e Alleanza nazionale (nonostante le ritrosie - eufemismo - di Gianfranco Fini). L'ideona, piuttosto sconcertante, è del sindaco di Bologna Matteo Lepore, non proprio l'ultimo arrivato al Nazareno. L'esponente dem ha infatti lanciato la proposta di affiancare alla dicitura "Partito democratico" quella "e del lavoro". L'acronimo è presto detto: Pdl, appunto. Il paradosso è che a sinistra, evidentemente o senza memoria o semplicemente disperati, anziché farsi una risata hanno pure applaudito la proposta di Lepore.
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"Vedo che in tanti l'hanno raccolta, credo che facendo parte anche dei garanti della Costituente la proporrò in quella sede e mi piacerebbe che la cosa venisse promossa anche dal basso, perché credo che al di là delle candidature dei singoli questo possa essere un elemento che riunisce e dà una nuova identità, una nuova consapevolezza al Pd sulla propria missione", ha spiegato il sindaco. "In Parlamento manca un partito che si occupi del lavoro degli italiani e delle italiane, manca un partito che si occupi della promozione dell'industria, dello sviluppo, di un'idea di transizione ecologica veramente sostenibile. Questo si può fare, come ci dice la nostra Costituzione, a partire dal valore del lavoro. Anche e soprattutto per quelli che il lavoro non ce l'hanno. E questo è un elemento può unire nord e sud". Quindi, conclude il primo cittadino bolognese, "mi auguro che il dibattito che si è aperto con la mia proposta vada avanti e che venga assolutamente preso sul serio, altrimenti rischiamo di avere un Pd inutile per il Paese".
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E di fronte alla sempre più probabile sfida emiliano-romagnola tra Stefano Bonaccini e Elly Schlein per la segreteria del Pd, Lepore regala un'altra perla, confermandosi campione di (pericoloso) equilibrismo: "Sia Bonaccini che Schlein sono nomi con i quali collaboriamo ogni giorno, persone concrete alle quali rivolgo ovviamente la mia proposta". E buon lavoro.
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