Luca Ciriani, "Siamo preoccupati. Imbuto mai visto"
"Dobbiamo evitare a ogni costo l'esercizio provvisorio". Intervistato dal Corriere della Sera, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani non nasconde la preoccupazione per una "situazione molto difficile". "Siamo di fronte a un ingorgo di quattro decreti - spiega l'esponente di Fratelli d'Italia -, più la finanziaria e le comunicazioni del presidente in vista del Consiglio Ue. Un imbuto mai visto. L' Italia non si può permettere l'esercizio provvisorio, sarebbe un danno economico e di immagine. Piuttosto lavoriamo a Natale".
Video su questo argomento“Meloni, la promessa fatta agli italiani: entro l'anno...”. L'analisi di Bolloli
"Io non temo per la maggioranza, - aggiunge -, ho sempre visto in Cdm un clima molto buono. Nei partiti c'è il desiderio legittimo di evidenziare le battaglie più identitarie, ma sui tempi e sui contenuti abbiamo sempre trovato convergenze. Il rapporto dialettico tra governo e Parlamento guai se non ci fosse, ma non sono preoccupato. L'ostruzionismo sulla finanziaria di un governo nato da trenta giorni mi parrebbe lunare e incredibile, spero non ci sarà".
La sinistra pronta anche a tifare default pur di attaccare il governo
Per il governo non c'è solo il fronte "esterno", legato alla possibile pioggia di emendamenti da Pd e Movimento 5 Stelle per rallentare i tempi sulla manovra. Secondo Carlo Calenda, leader del Terzo Polo che sì fa parte dell'opposizione, ma che sta cercando (e trovando) un dialogo con Giorgia Meloni, a voler sabotare il governo sarebbe niente meno che Forza Italia. "Io non credo che FI voglia sabotare il governo - replica Ciriani -, forse Calenda vuole mettere un piede in casa nostra e seminare un po' di zizzania. In ogni caso reputo assolutamente positivo che una opposizione dialoghi con la maggioranza, ma il nostro perimetro resta quello del centrodestra". Anche sul Pnrr Ciriani si dice preoccupato, dopo l'allarme lanciato dal collega ministro Raffaele Fitto secondo cui saremmo lontani dai 22 miliardi di previsione di spesa per II 2022. I soldi ci sono, insomma, ma non siamo in grado di spenderli. Un paradosso molto italiano. "Cercheremo di raggiungere gli obiettivi del 2022, ma è evidente che è stato pensato in un'epoca precedente alla guerra e al caro bollette. C'è un problema di tempi e di risorse. Visto l'aumento dei prezzi bisogna rivedere l'elenco delle opere, o si trovano più soldi o si fanno meno cose. Ora si capisce che in campagna elettorale non volevamo smantellare il Pnrr, eravamo solo realisti".