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Valditara, dopo il reddito di cittadinanza i telefonini in classe

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Un ministro Caterpillar. Giuseppe Valditara, titolare dell'Istruzione e del merito, polarizza il dibattito sugli studenti nelle ultime ore con due proposte decisamente pesanti. "Via i cellulari dalle classi nelle ore di lezione", ha annunciato in una intervista a Monica Setta nel programma il Confronto in onda su Rai Italia nel mondo e su Rai 2, il sabato alle 6.30. Questo, ha spiegato, per garantire a studenti e un docenti un tempo di studio in classe senza distrazioni.

Il professor Valditara ha poi difeso quanto detto ieri sul reddito di cittadinanza e che ha scatenato un polverone politico anche dentro la maggioranza di centrodestra. L'assegno, che verrà sforbiciato nel 2023 e smantellato nel 2024, dovrebbe essere tolto anche ai giovani percettori che non hanno nemmeno l'obbligo scolastico. "O colmano il gap o perdono il reddito". "In Italia ci sono 364.101 percettori di reddito di cittadinanza nella fascia compresa tra i 18 e i 29 anni -, spiegava ieri il ministro -. Di essi, abbiamo scoperto che ben 11.290 possiedono soltanto la licenza elementare o addirittura nessun titolo, e altri 128.710 soltanto il titolo di licenza media. Ebbene, noi riteniamo si debba prevedere l'obbligo di completare il percorso scolastico per chi lo abbia illegalmente interrotto o un percorso di formazione professionale nel caso di persone con titolo di studio superiore ma non occupate né impegnate in aggiornamenti formativi, pena in entrambi i casi la perdita del reddito, o dell'eventuale misura assistenziale che dal 2024 lo sostituirà. Questi ragazzi preferiscono percepire il reddito anziché studiare e formarsi per costruire un proprio dignitoso progetto di vita".

"Il reddito collegato all'illegalità tollerata del mancato assolvimento dell'obbligo scolastico - proseguiva il ministro - è inaccettabile moralmente. Significherebbe legittimare e addirittura premiare una violazione di legge. Sento dire che tagliare il reddito sarebbe disumano - concludeva Valditara -. A me pare disumano convivere con l'illegalità, calpestare il diritto allo studio, educare i ragazzi al mantenimento a spese della società piuttosto che a credere in loro stessi e alla possibilità di migliorare le loro condizioni di vita".

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