Laura Boldrini, altro delirio sulla Meloni: "Il maschile? Forse perché..."
No, proprio non riesce a darsi pace Laura Boldrini: a un mese dal giuramento come premier di Giorgia Meloni, ancora non riesce a farsene una ragione. E lo dimostra anche in un'intervista concessa a Repubblica, in cui la deputata Pd, come sempre, si scaglia contro la leader FdI, mettendone in dubbio l'impegno al fianco delle donne. Un'ossessione. E un metodo sospetto, ipocrita.
La Boldrini attacca il premier anche per la tampon tax, ovvero il taglio dell'Iva sugli assorbenti per igiene femminile, che verrà abbassata al 5 per cento. Secondo la Boldrini, la Meloni semplicemente "porta a termine un lavoro iniziato con un emendamento a mia prima firma alla manovra del 2020". Peccato che l'emendamento che prevede la norma sia iniziativa di un intergruppo, firmata dalle deputate di entrambi gli schieramenti.
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"La destra completa quel lavoro e consolida il nostro successo. Sempre che, ripeto, sarà confermata la misura nella legge di bilancio", aggiunge la Boldrini. Dunque, un inevitabile passaggio - ancora una volta - sul fatto che Giorgia Meloni abbia chiesto di farsi chiamare il presidente del Consiglio. "Il maschile - argomenta Boldrini - è ritenuto evidentemente più autorevole", afferma velenosa. E ci si chiede cosa cambi, se farsi chiamare "il presidente" possa rendere meno donna la Meloni. Forse soltanto per Laura Boldrini...
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