Piantedosi, gli insulti di Repubblica: "Branco Meloni, simbolo della nuova ferocia"
Fermi tutti: abbiamo un ministro violento, autoritario, feroce, posseduto, forse anche un po' fascista. Trattasi di Matteo Piantedosi, ministro dell'Interno. O meglio, trattasi del farneticante ritratto che Repubblica dedica al nuovo nemico numero 1, al nuovo inquilino del Viminale che segue la linea dura contro ong e immigrati.
Già, perché nell'edizione di oggi, venerdì 11 novembre, del quotidiano diretto da Maurizio Molinari, fa capolino un lungo - e agghiacciante - articolo firmato dal 'solito noto', ovvero Francesco Merlo. Una lenzuolata tutta dedicata a Piantedosi che, una volta letta, fa aver paura del Piantedosi stesso per come viene descritto.
Incipit: "Il soprannome se lo scelse da solo, il lupo, perché è il nostro animale totemico - spiegò - e lupi sono i calciatori del mio amato Avellino", ricorda Repubblica. E ancora, si legge che "il lupus Piantedosi, avellinese nato a Napoli 59 anni fa, sarebbe diventato il simbolo del "branco Meloni' e della nuova ferocia italiana. Proprio lui, che di famiglia apparterrebbe alla Democrazia cristiana più mite". Già, il "branco Meloni". E ancora: il simbolo della "nuova ferocia italiana".
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Merlo poi si interroga chiedendosi "per quali oscure vie Matteo Piantedosi sia arrivato a caracollare impettito in testa al branco, più a destra della destra, protagonista a sorpresa di un autoritarismo bon ton, di una violenza di governo che esordì subito spavalda alla Sapienza, quasi volesse marcare il territorio con un po' di botte agli studenti che, illiberali come sempre sono stati e sempre saranno, non volevano far parlare Daniele Capezzone". E, francamente, si rabbrividisce: Piantedosi come uno che vuole marcare il territorio menando gli studenti.
Secondo la firma di Repubblica, inoltre, "all'indomani della nomina a ministro degli Interni pareva Jack Nicholson che, nel film del 1994, Wolf, la belva è fuori, dopo essere stato morsicato da un lupo, diventa licantropo". E così via, in un crescendo di farneticazioni che conducono dritte dritte alla chiusa in cui, di fatto, Piantedosi viene descritto come un prezzolato, come uno che "probabilmente neppure ci crede", alle idee del governo di centrodestra, "ma è il loro lupo, e il lupo non è solo il simbolo dell'estrema destra che Traini aveva tatuato sulla testa. Il lupo è Piantedosi che insegna a Salvini a fare il Salvini perché, come scrisse Konrad Lorenz sempre negli occhi del lupo brilla l'innocenza", conclude Merlo, che riesce a infilare anche il nome di Traini accostato a Piantedosi. Lo "stile" di Repubblica. E che "stile"...
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