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Meloni stia tranquilla, l'opposizione? Da piazza: tanti slogan, zero proposte

Iuri Maria Prado
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Ci sono state più manifestazioni di piazza, che atti di governo. Più aggressioni "fuori i fascisti dall'università" e più evocazioni di Piazzale Loreto, che leggi della nuova maggioranza. Più invocazioni alla resistenza e più indagini giudiziarie (e siamo solo all'inizio), che proposte buone o cattive del centrodestra.

E se questo fosse il segno di un'opposizione vigile, attenta a non lasciar correre nemmeno una sbavatura dell'azione di chi ha vinto le elezioni, bisognerebbe compiacersene. Ma queste prime settimane di contrasto extraparlamentare preconizzano (non che sia sorprendente) quale sarà l'ambito del contrasto: non l'assemblea legislativa, ma quella imbandierata a difesa della democrazia perduta perché al governo ci sono gli altri; non un programma alternativo, posto a incalzare la maggioranza e a mostrare al Paese i possibili difetti di questa, ma il chiasso demagogico dei talk apparecchiati per spiegare che dal 25 settembre è tornata la pandemia ed è tutto un magna magna degli evasori.

Non è estranea a questa impostazione l'idea che la legittimazione al governo dell'avversario non dipenda dal fatto che egli rispetti le leggi e sottoponga i propri propositi al consenso generale, ma che egli ripeta la modulistica democratica apprestata dalla Repubblica Bella Ciao: quella che, per esempio, rimprovera al presidente del Consiglio di non andare personalmente a sfollare il raduno di Predappio ma fa spallucce davanti alle liste elettorali con capolista pro Hamas e allarga le braccia, come per l'imponderabilità di un temporale, quando banchetti e sedi dei movimenti politici avversi sono devastati dai mazzieri democratici.

Piacerebbe vedere un'opposizione che vuole mettere la maggioranza al tappeto, non alla sbarra o a testa in giù.

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