Pd, quelli che cambiano bandiera e opinione a seconda del corteo
Si può essere disinvolti quando di mezzo c'è l'ordinaria gestione della cosa pubblica: metti oggi il tributo che ieri dicevi ingiusto, e vabbè; dici no alla legge sulle rastrelliere per le biciclette, quella che l'altro giorno avevi proposto tu stesso, e amen; introduci la riforma sulla misura dei pollai, quella che fino a oggi avversavi, e pazienza.
Ma quando si tratta di civili massacrati, di stupri di massa, di fosse comuni, di bambini rapiti e deportati a centinaia di migliaia, allora no, allora hai almeno il dovere di dirla chiara e di non cambiarla, hai il dovere di stare da una parte e di restarci.
Stai dalla parte dell'obbligo morale della resa? Benissimo (si fa per dire): ma, stando da quella parte, non puoi far finta di non essere da quella di chi vuole imporre la resa, e cioè l'aggressore. Stai dalla parte di quelli secondo cui la pace è pregiudicata dalla resistenza? Benissimo (si fa sempre per dire): ma, se stai lì, non puoi raccontare e raccontarti che "c'è un aggressore e un aggredito", perché la tua chiacchiera ridonda in favore del primo. Se sfili in corteo con quelli che si fanno ripetitori della propaganda russa e poi, come fa Enrico Letta con un bel pezzo del suo partito, dici che da quella manifestazione non viene nulla di incompatibile con la tua militanza, allora ti rendi responsabile anche più gravemente dello stesso collaborazionismo, e bestemmi la causa che hai sostenuto non perché ci credevi, ma perché provvisoriamente, e solo facendo finta di crederci, ti conveniva.
Se fai l'untuoso collezionista delle dichiarazioni del presidente della Repubblica, ma guarda caso ti dimentichi di quella che riafferma la necessità di aiutare anche con le armi il popolo aggredito, resti il modesto burocrate che veste di presentabilità e altezza democratica la tarantella per tenerti buoni i compagni in piega equidistante e i rapporti con lo statista apulo-venezuelano. Non sei disinvolto. Sei paraculo.