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Roberto Gualtieri, scandalo a Roma: ecco a chi regala luce e gas

 Roberto Gualtieri

Elisa Calessi
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D'ora in poi, a Roma, chi occupa una casa illegalmente, ma ha con sé minorenni, soggetti «fragili» o «meritevoli di tutela», potrà tranquillamente allacciarsi alla rete dell'acqua, ai tubi del gas, ai fili della luce e persino richiedere la residenza in un appartamento che non è suo, oltre che rientrare nelle graduatorie per un alloggio popolare. Il tutto in deroga a un decreto, firmato a suo tempo da Maurizio Lupi quando era ministro, che prevede il divieto di residenza, di allacciamento ai pubblici servizi per chiunque occupi illegalmente un immobile e l'impedimento per 5 anni a partecipare alle procedure di assegnazione di alloggi popolari. Proprio per scoraggiare le occupazioni illegali. Nel comune di Roma, da oggi, si potrà fare. Merito di una direttiva firmata dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che autorizza la "deroga" all'articolo 5 del decreto Lupi.

 

 

Il provvedimento segue una mozione che era stata votata dall'Assemblea Capitolina lo scorso giugno, dove si prevedeva la possibilità di non rispettare i divieti contenuti nel decreto, «in presenza di minorenni e meritevoli di tutela e a garanzia delle condizioni igienico- sanitarie». La direttiva, firmata ieri, specifica che la deroga non vale per sempre. Segno, evidentemente, che anche sul Campidoglio si è consapevoli del fatto che il decreto era nel giusto. La sospensione di quello che prevedeva la legge, spiega la direttiva, deve essere considerata «nella fase transitoria che precede la ricollocazione». Insomma: fino a che non si ha una casa popolare, si può occupare illegalmente un immobile e fruire di tutti i servizi pubblici. Chi potrà farlo? La lista è questa: «Le persone seguite dai servizi sociali e con particolari fragilità e vulnerabilità (disabili, minori, ultrasessantacinquenni)», le persone «con un reddito inferiore a quello richiesto per accedere alle graduatorie Erp», «i richiedenti asilo e i titolari di protezione internazionale» e, infine, le «persone e i nuclei familiari in condizione di precarietà abitativa tale da mettere in discussione le condizioni igienico-sanitarie minime».

Gualtieri ha difeso la scelta, spiegando che «la dignità delle persone viene prima di tutto». Detto questo, ha aggiunto, «Roma Capitale è per il rispetto della legge». All'attacco tutta l'opposizione di centrodestra, che ha fortemente criticato la decisione del sindaco di Roma. «La direttiva contiene delle belle frasette come "dignità delle persone" o "meritevoli di tutela", e qualche locuzione in burocratese che non distraggono dal reale contenuto di questo assurdo provvedimento», è il commento dei consiglieri della Lega Fabrizio Santori e Davide Bordoni. «La deroga all'articolo 5 consentirà a tutti gli illegali, clandestini e furbetti di ottenere la residenza e l'allaccio ai servizi: costi che naturalmente andranno a carico dei romani.

 

 

E a corollario apre la via grande per l'ottenimento di una casa prima degli altri in graduatoria anche da anni». È «un altro insulto a chi attende da anni una casa, uno schiaffo alla legge e al più elementare senso di giustizia e legalità». Sulle barricate anche Fratelli d'Italia: «È un atto irresponsabile che consente una sanatoria di fatto a tutti coloro che hanno occupato un alloggio popolare», ha detto il senatore di Fratelli d'Italia Andrea De Priamo. «Dopo gli strali che la sinistra ha lanciato contro la previsione del reato di organizzazione di rave realizzato occupando illegalmente stabili e terreni, questa nuova concessione è un chiaro invito ad occupare un alloggio senza attendere le infinite graduatorie per la concessione di alloggi».

Difende il sindaco, il Pd: «È un provvedimento di giustizia sociale. Quella norma vietando la residenza, quindi la possibilità di accedere a servizi pubblici essenziali condannava le persone all'invisibilità», hanno spiegato i consiglieri del Partito democratico in Campidoglio. 

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