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Letizia Moratti vira a sinistra? "Invidiosa di Giorgia Meloni"
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Letizia Moratti lascia il centrodestra e si offre come salvatrice della sinistra a corto di uomini ma anche di donne. «Sarò la vostra Giorgia Meloni» lascia intendere la première dame milanese, che ieri si è dimessa da vicepresidente della Regione Lombardia, dove l'aveva imbarcata in piena emergenza Covid Berlusconi, che già in passato le aveva affidato Rai, ministero dell'Istruzione e carica di sindaco di Milano. Ma la riconoscenza non è merce comune e così la signora ha rotto lo specchio magico nel quale si rifletteva ogni mattina e che alla domanda «Chi è la più brava del reame?» si ostinava a risponderle «Meloni».
"Moratti da tempo a sinistra": Fontana, duro sfogo. Colpaccio: chi la sostituisce
Il suo progetto è chiaro: divenire - visto che come ministra del nuovo governo è stata respinta - presidente della Lombardia al posto di Fontana, in scadenza a marzo e che giustamente aspira al secondo mandato. Per riuscirci, la Moratti ha bisogno dell'appoggio di larga parte della sinistra: quello di Calenda già ce l'ha, il Pd ufficialmente si defila ma sotto sotto qualcuno di importante - si dice perfino il sindaco di Milano Beppe Sala - pensa che lei sarebbe forse l'unica in grado di avere qualche possibilità di successo. Una donna di destra, per di più miliardaria, a capo della sinistra operaia lombarda sembra un paradosso, ma da quelle parti sono abituati a fare di necessità virtù e soprattutto non hanno donne - oggi il genere va di moda-, all'altezza della sfida.
"Venuto meno il rapporto di fiducia". La Moratti si dimette: terremoto in Lombardia
Entrambe - sinistra e Moratti - sono pronte a dimenticare quel brutto episodio, quando la signora - era il 2006 - dovette abbandonare il corteo del 25 aprile al quale partecipava spingendo la carrozzina del padre, Paolo Brichetto, ex deportato a Dachau e medaglia d'oro della resistenza, perché contestata al grido di «Milano ti ripudia». Dettagli, la vita continua e si perdona ma il fatto è che, se la signora non desisterà dall'impresa, cosa difficile, e deciderà di candidarsi anche senza l'appoggio del Pd, vorrà dire che il suo vero intento è solo fare perdere il centrodestra per vendicarsi di non essere stata lei la prima donna presidente del Consiglio. Non credo ci riuscirà, ma il solo pensarlo è imperdonabile.
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La Postina con Zanellato diventa Dotta
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