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Gaetano Caputi, il capo di gabinetto della Meloni: ruolo decisivo

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Le mani di Giorgia Meloni su via XX settembre? Sono (anche) quelle di Gaetano Caputi. Con la squadra di governo ancora da completare, con le non facili decisioni su viceministri, sottosegretari e presidenti delle varie commissioni parlamentari, il tam tam dalle Sacre stanze è incessante. A intercettare qualche spiffero è Francesco Verderami, retroscenista di punta del Corriere della Sera. Sul suo taccuino finiscono alcuni timori sulla prossima legge di bilancio, che sarà senza margini di scostamento: "Non possiamo restare ancorati alle logiche dei governi di sinistra - spiega così una fonte anonima la scelta di annunciare l'innalzamento del tetto ai contanti -. Piuttosto non dovremo commettere errori sui conti pubblici, per non provocare la reazione dell'Europa e dei mercati". In questo quadro, dunque, il tema del contante è pensato soprattutto per lavoratori autonomi e partite Iva. 

 

 

 

C'è poi la partita del reddito di cittadinanza, la cui abolizione libererebbe fondi preziosi da un lato (Matteo Salvini ha proposto la sospensione di 6 mesi per usare il miliardo "risparmiato" per finanziare la riforma delle pensioni, Quota 102) ma dall'altro lato potrebbe generare vere e proprie sommosse popolari. Una cosa è certa, sottolinea Verderami: "l'assalto alla diligenza sarebbe inutile" perché "non c'è un euro".

 

 

 

 

Soprattutto perché a esercitare un "ferreo controllo" sui conti non è solo il ministro leghista dell'Economia Giancarlo Giorgetti, ma pure Gaetano Caputi, appunto. Esperto di finanza pubblica, ex Tremonti-boy: la Meloni ha scelto lui come capo di gabinetto, non a caso. "Così il primato della premier si estenderebbe dalle stanze di piazza Colonna fino a quelle di via XX Settembre". conclude Vederami. Per chiudere, davvero, l'era dei tecnici e dei ragionieri e riportare la politica in plancia di comando.

 

 

 

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