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Soumahoro contro Piantedosi: "Quelli giusti siamo noi", è subito rissa

Alessandro Gonzato
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C'è un ministro della Repubblica, Matteo Piantedosi, ex prefetto di Roma e nuovo titolare del Viminale, che vuole ripristinare la legalità (anche) nei nostri porti e che l'indomani del suo insediamento ha iniziato a contrastare l'immigrazione clandestina. C'è poi un deputato della stessa Repubblica, l'ivoriano Aboubakar Soumahoro appena eletto nelle file dell'alleanza Verdi e Sinistra (Bonelli e Fratoianni per intenderci), che sulle navi dell'immigrazione indiscriminata invita a salire «tutti i parlamentari dell'opposizione per far valere i princìpi di umanità racchiusi nella nostra nella e attuale Carta costituzionale». «In questo momento in cui alcuni ministri si apprestano a tenere sospese vite umane in mare», ha aggiunto l'onorevole che al primo giorno di legislatura si è presentato con ai piedi stivali di gomma appositamente sporchi di fango, «non si può solo continuare a parlare, ma bisogna agire. Servono azioni risolutive e determinanti», ha proseguito Soumahoro, «anche per fermare i disumani accordi libici. Anche chi ha cambiato idea a proposito di quel memorandum dopo averlo promosso è ancora in tempo a schierarsi dalla parte giusta della Storia. Anche se gli annali della Storia», si è eretto magister vitae l'ivoriano, «riporteranno le loro firme indelebili».

COME LUTHER KING
E ancora, il deputato africano: «Come disse Martin Luther King "Prima o poi arriva l'ora in cui bisogna prendere una posizione che non è né sicura, né conveniente, né popolare, ma bisogna prenderla perché è giusta. È arrivato il momento di fare la cosa giusta», ha ribadito. E la cosa giusta, anzi, le cose giuste, per il ministro dell'Interno sono altre. Innanzitutto impedire che le navi stipate di migranti e che vìolano le norme attracchino in Italia, come le due delle Ong Ocean Viking e Humanity 1: «Abbiamo applicato la legge», ha detto ieri sera Piantedosi a Porta a Porta. «Abbiamo applicato i decreti sicurezza, rivisitati, ma che nel loro impianto sostanzialmente sono rimasti. Vogliamo affermare un principio a prescindere dal caso concreto», ha tenuto a sottolineare. «Vogliamo lanciare un messaggio ai partner europei, perché crediamo che la condivisione di questo fenomeno debba avvenire fin dall'inizio, e non solo a sbarco avvenuto». Al Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica è stata condivisa l'esigenza di avviare una strategia a livello europeo per gestire i flussi col rafforzamento dei canali di ingresso legali, e che questi - passaggio fondamentale per l'Italia- nella ripartizione delle quote tengano conto dell'impegno profuso nel contrasto dell'immigrazione illegale. A breve verrà convocato un "tavolo" ristretto presieduto dal ministro.

«SULLE NAVI TUTTO OK»
La sinistra non ha perso tempo per attaccare il governo, e però dimentica, diciamo così, che lo stesso Marco Minniti quando ricopriva il ruolo oggi di Piantedosi, ed era sostenuto dal Pd, aveva bloccato più di un'imbarcazione, ed era stata poi la magistratura a deciderne il proseguo o meno dell'attività. Torniamo a Porta a Porta, dove Piantedosi è stato chiaro: «Le persone a bordo delle due navi delle Ong non sono in condizioni di insicurezza. Siamo disponibili a farci carico di chi dovesse versare in condizioni di fragilità, così come saremmo pronti con forniture particolari, ma non ci è stato an cora chiesto. Aspettiamo una risposta da Germania e Norvegia (a cui fanno riferimento le imbarcazioni, ndr). I migranti sono saliti a bordo delle navi delle Ong in acque internazionali, e secondo il codice della navigazione la giurisdizione è dello Stato di bandiera. I Paesi di bandiera sono competenti per l'assistenza, e quindi ad accoglierli. Gliel'abbiamo fatto presente e aspettiamo la risposta. Siamo in una fase di attesa, abbiamo buoni rapporti coi due Paesi. Cerchiamo di avere un orizzonte comune di azione. L'interlocuzione», ha proseguito, «sarà consona ai buoni princìpi di relazione». Poi il ministro ha risposto a Soumahoro: «Non ci sono ministri che tengono in sospeso vite umane, noi non diciamo che queste persone non debbano essere soccorse, ma non sono in condizione di insicurezza, vorrei tranquillizzare l'onorevole Soumahoro su questo. A bordo non c'è nessuna persona affamata o assetata. E ripeto: qualora ci fossero donne incinta, malati e feriti ce ne faremo carico». Ma le partenze si susseguono a ritmi serrati. Ieri sera Medici Senza Frontiere ha soccorso 268 persone che erano su quattro imbarcazioni al largo di Malta. Erano partite tutte dalla Libia. Pare ci siano alcune donna incinta. La sinistra vuole far sbarcare tutti.

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