Licia Ronzulli, Covid: le parole del ministro mancato, sfida a Meloni?
"Se il Covid non fa più paura è solo grazie ai vaccini". Le parole di Licia Ronzulli, di evidente buon senso, rischiano però di aprire un caso politico nella maggioranza. La presidente dei senatori di Forza Italia sottolinea come "sia indispensabile mantenere ancora alto il livello di guardia. Come ha ricordato il presidente Sergio Mattarella, questo risultato è stato reso possibile soprattutto grazie a quanti hanno creduto nella scienza aderendo alla campagna vaccinale, il cui enorme successo ha rappresentato il vero punto di svolta nel contrasto alla pandemia. Ecco perché serve ancora molta prudenza e bisogna essere molto attenti a non cancellare con un colpo di spugna tutte quelle misure che hanno favorito la somministrazione dei vaccini. Così come si sono man mano superate le varie limitazioni con cui abbiamo convissuto nella fase più acuta della pandemia, anche la ridefinizione delle modalità che regolano la campagna di immunizzazione non può che seguire un percorso graduale".
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La nota della fidatissima collaboratrice di Silvio Berlusconi è pesante sotto due punti di vista. Politica, perché di fatto sembra porre un freno alla linea anti-restrizioni annunciata dal ministro della Salute Orazio Schillaci, ben oltre la semplice sospensione del bollettino quotidiano sul contagio, sintetizzata dal premier Giorgia Meloni nel suo discorso di fiducia in Senato quando aveva invitato i parlamentari a "non confondere la scienza e la religione", stroncando l'approccio "fideistico" a vaccini e Green pass. La seconda lettura dell'intervento della Ronzulli, decisamente più maliziosa, è personale.
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La Ronzulli era la candidata del Cav al Ministero della Salute. Un nome a cui Meloni aveva posto il veto sia per questioni di nome sia di linea (la Ronzulli e Forza Italia avevano sposato la politica di Roberto Speranza "tolleranza zero", con il Conte-bis prima e Draghi poi). Ribadire quelle posizioni suona come una sfida al premier che le ha sbarrato la strada e al ministro che ha preso, diciamo così, il suo posto.
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