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Ilaria Cucchi, fango sugli agenti: "Come terroristi. La polizia..."

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Francesco Storace
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No, non ci arrivano proprio a comprendere che democrazia significa che tutti possono parlare. No, i cattivi maestri ancora pontificano su quanto accaduto a La Sapienza. Se la prendono con la polizia e persino col governo per gli incidenti all'università di Roma provocati dall'estrema sinistra. Ieri in Senato, durante il voto di fiducia al nuovo esecutivo, ci ha provato anche Ilaria Cucchi, eletta grazie al partito di Fratoianni. Così come a La7 ha messo il dito nella piaga sbagliata la scrittrice Ginevra Bompiani con accuse incredibili alla Meloni("Ha fatto pestare gli studenti, ha fermato le navi. Già questo mi pare non male..."). Ma è stata la Cucchi a dire cose inaccettabili: «I nostri ragazzi sono quegli studenti che ieri, alla Sapienza, sono stati affrontati come terroristi per il semplice fatto che essi, poveri, credevano di avere ancora il diritto di protestare, di far sentire la loro voce in modo del tutto pacifico.

 

 

DEMOCRAZIA
Inaccettabili i modi violenti e disumani con i quali sono invece stati trattati. Immagini brutali e intollerabili che hanno avuto come teatro un luogo per me sacro: l'Università. È davvero questo il modello di Paese che volete loro offrire? Provo tanto dolore ma anche tanta speranza». Ma che cosa hanno insegnato a Ilaria Cucchi? È questa la democrazia che vorrebbe esercitare nel suo mandato senatoriale? Quel che ha risposto Giorgia Meloni come presidente del Consiglio è esemplare: «Io vengo dalla militanza giovanile, ho partecipato a tantissime manifestazioni in vita mia, e non ho mai organizzato una manifestazione per impedire a qualcun altro di dire quello che voleva dire. È un suo diritto farlo in democrazia».
All'università di Roma non c'erano manifestanti pacifici, ma «manifestanti che volevano impedire a ragazzi che non la pensano come loro di dire la loro. La democrazia è rispetto. Se qualcuno della mia parte politica tentasse di bloccare una manifestazione di un'altra parte politica io sarei la prima a condannarlo, non l'ho mai fatto in vita mia».

 

 

 

Ed è proprio questa la verità, lo abbiamo visto anche in campagna elettorale, con le sedi dei partiti di destra - a partire da Lega e Fdi - devastate, i banchetti impediti e persino i leader costretti ad ospitare sui palchi da dove parlavano contestatori che oltrepassavano indenni la sorveglianza delle forze dell'ordine. Nessuno vuole che gli studenti siano "picchiati", ma il diritto a riunirsi non può essere prevaricato, è la sintesi della posizione del capo del governo. Una posizione lucidamente istituzionale, che trova riscontro anche nelle parole del Capo della Polizia, Lamberto Giannini: «Sarà necessario nei prossimi mesi gestire l'ordine pubblico con oculatezza e credo sia importante fare opera di mediazione». Giannini ha spiegato che andrà nelle questure di tutta Italia «per avere il polso della situazione». E ha concluso: «Le manifestazioni e le proteste vanno garantite ma bisogna evitare turbative all'ordine pubblico». Ma c'è chi non ci sente e insiste. Anzi, fa di più e di peggio.

 

 

PROTESTA
Ieri mattina gli studenti del liceo classico Pilo Albertelli di Roma hanno occupato la scuola e hanno acceso fumogeni da una delle finestre srotolando uno striscione bianco con la scritta rossa e nera "Albertelli occupato". «Questa è la risposta migliore alla repressione poliziesca e alla deriva reazionaria che abbiamo visto ieri alla Sapienza», scrive il movimento studentesco Osa in una nota. La protesta dei giovani alunni arriva infatti all'indomani degli scontri avvenuti ieri davanti alla facoltà di Scienze politiche dell'università La Sapienza. Con un grido di guerra: "Ogni scuola sarà una battaglia!" È la sinistra che deve darsi una calmata, a partire da quella istituzionale, che rischia di trasformarsi in pessimo esempio per i giovani. Nelle ultime settimane si sono intensificate gli episodi di violenza, seguiti all'elezione dei presidenti del Senato e della Camera, La Russa e Fontana. Si è arrivata addirittura ad "impiccare" manichini con le sembianze delle cariche istituzionali appena arrivate ai vertici di Palazzo Madama e Montecitorio. viene da chiedersi davvero che cosa si possa insegnare a quei ragazzi da corteo nelle scuole e nelle università. Non è vero che ci si batte sui contenuti e sui diritti di chi studia, ma si fa politica e nella maniera peggiore.

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