Porta a Porta, Crosetto confessa: "Perché non ho accettato la candidatura"
Prima apparizione televisiva per il neo ministro Guido Crosetto. Il co-fondatore di Fratelli d'Italia, da tempo fuori dalla politica, è rientrato nei palazzi del potere. E dalla porta principale. Ad ammetterlo, con un certo stupore, lui stesso a Porta a Porta. Ospite di Bruno Vespa su Rai 1, conferma: "Ero convinto di aver lasciato la politica, infatti non ho accettato di candidarmi né al Senato né alla Camera. Poi negli ultimi giorni, siccome la cosa più importante è servire un'idea, mi sono lasciato convincere. Considero un onore essere ministro". Dunque, nessun "sacrificio", ma solo un "onore".
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Oltre alla sua nomina, va ricordato che Giorgia Meloni è la prima donna italiana a salire a Palazzo Chigi. Su questo però Crosetto è tutt'altro che stupito: "Se mi immaginavo un giorno Giorgia Meloni premier? Sì, lo immaginavo. Avevo visto in lei le caratteristiche che hanno conquistato gli italiani, caparbietà, serietà e rigore morale". E a chi gli contesta un conflitto di interessi, il ministro replica: "Io in realtà ho lavorato per il governo e per il Paese anche in questi 8 anni servendo tutte le aziende italiane della difesa e dell'aerospazio". Crosetto infatti ha fondato e avviato la gestione di varie società, mantenendo uno stretto rapporto con le aziende nel settore della Difesa.
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A fine estate del 2014 era diventato presidente della Federazione aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza (AIAD), una importante associazione di Confindustria. Da oggi però il titolare della Difesa si dovrà occupare anche di politica. E i tempi sono tutt'altro che semplici: "Stiamo andando incontro al peggior periodo economico dal Dopoguerra: o abbiamo una risposta complessiva, in parte in Europa e in parte nazionale, per far si che la parte più debole di famiglie e imprese sia salvata. Questo Paese o cambia o muore". Complice la guerra in Ucraina, su cui il ministro si dice abbastanza fiducioso: "Da un certo punto di vista l'inverno concederà un po' di tregua e forse potrebbe essere il momento buono di riattaccare i telefoni, per capire quali sono le possibilità di dialogo - conclude - tutti auspichiamo che prima o pochi scoppi la pace e le sue condizioni sono l'integrità territoriale di Kiev".