Concita De Gregorio, "Meloni fenomeno": schiaffo alla Boldrini
Lei, Giorgia Meloni, è "una fuoriclasse". Loro, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, sono al contrario "alleati mostruosi". Concita De Gregorio, su Repubblica, tende idealmente la mano alla neo-premier forse in virtù dell'essere la prima donna arrivata a sedersi a Palazzo Chigi nella storia della Repubblica italiana. Onore alla avversaria, caso raro a sinistra: "Dire bè sì però era un discorso di destra fa sorridere, non trovate? Che obiezione è? Vi aspettavate Dolores Ibarruri? Non vi ricordate di chi stiamo parlando, non sapevate che ha cominciato a quindici anni nel Fronte della Gioventù? Lei è di destra. Certo, che ha fatto un discorso di destra. Impeccabile, tuttavia. Convinto, competente, appassionato, libero, sincero". Con una chiosa che ricorda da vicino anche la posizione espressa da Tommaso Cerno a CartaBianca: "Avercene, si dice a Roma: avercene a sinistra di presenze di questo calibro". La fondatrice di Fratelli d'Italia, spiegava Luca Ricolfi su Italia Oggi, sembra aver generato un certo entusiasmo anche tra i progressisti più liberi mentalmente. E Concita conferma: "«È nata una leader», mi ha scritto un amico anziano e autorevole, uno non del suo mondo".
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Il dibattito, a tratti surreale, tra "il" o "la presidente" serve alla De Gregorio per sgomberare il campo da un grande equivoco e inchiodare la sinistra boldriniana alle proprie irrisolte contraddizioni. Non è questione grammaticale, ma filosofia di vita: "Non si tratta di imporre una regola" ma "di rispettare la sensibilità della persona. Se io ti autorizzo a chiamarmi per nome puoi farlo, se non ti autorizzo no". E questo vale anche per "il premier" richiesto dalla Meloni. Magari, è l'auspicio della penna di Repubblica, servirà alla sinistra per "stabilire cosa sia la libertà fuori dalla prescrizione, dall'oppressione cupa del politicamente corretto, dal testacoda di senso del dogma".
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La vittoria e il discorso della Meloni sono il risveglio della politica, sono l'uscita di scena del grigio "potere burocratico" derivato da partiti tremebondi e tecnici pronti all'uso. Colore, passione, anche contrapposizione: "Non è questa forse la linfa della democrazia?", è la domanda della De Gregorio che troppe volte, negli ultimi 10 anni, ha messo in difficoltà Pd e dintorni. Il veleno è nella coda del pezzo: Meloni è circondata a suo dire da "profittatori e portatori di opachi interessi personali". Lei lo sa, assicura Concita, "e fa buon viso perché altro non può fare, nell'attesa".