Nordio, "ero in giardino con Gianni Letta e...": cos'è successo con Berlusconi
Carlo Nordio è un ministro della Giustizia schietto che sa cosa fare. Il nuovo Guardasigilli ha le idee molto chiare e in un'intervista al Messaggero spiega quali sono i punti che andrà a toccare in una ipotetica riforma della Giustizia e quelli che invece lascerà da parte perché non presenti nel programma di FdI: "Dobbiamo partire dalla piena applicazione del codice di procedura penale introdotto da Giuliano Vassalli nel 1989, che non è mai avvenuta. Quel codice introduce il rito accusatorio cosiddetto anglosassone, funziona con principi opposti a quelli attuali, a cominciare dalle carriere separate e dalla discrezionalità dell'azione penale". Poi parla di altri correttivi: "L'inappellabilità delle sentenze di assoluzione. La legge prevede che un uomo può essere condannato aldilà di ogni ragionevole dubbio. Allora mi chiedo come si possa condannare in appello qualcuno che è stato già assolto in primo grado, almeno con la procedura attuale". Poi il Guardasigilli parla anche del nodo intercettazioni e afferma: "Per le intercettazioni spendiamo 200 milioni di euro ogni anno. Sono uno strumento importante ma sono diventate quasi l'unico utilizzato dai pm. In Italia le procure intercettano i cittadini quattro volte in più rispetto alla media dei paesi Ue e 30 volte in più rispetto ai paesi anglosassoni. E poi c'è il problema della segretezza".
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Qui propone una soluzione proprio per evitare le solite fughe di notizie: "Come si risolve? Semplice. Attribuendo la responsabilità sulla tutela del segreto al pm che le ha disposte. Se finiscono sui giornali ne risponde lui. Credo che potrebbe funzionare". Ma c'è anche altro. Ad esempio la Severino. E sul Corriere Nordio spiega la sua posizione: "Sono dieci anni che dico e scrivo che la legge Severino è un obbrobrio giuridico. Soprattutto se approvata retroattivamente. Ho presieduto il comitato del referendum per il "no" a quella legge e alla custodia cautelare per reiterazione del reato".
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Ma avverte: "L'abolizione della Severino nel programma non c'è. E quindi non la abolirò. Lo stesso vale per l'ergastolo, anche se penso che andrebbe abolito. Idem per l'immunità parlamentare e per le intercettazioni che, secondo me, andrebbero limitate. Alcune sono indispensabili e altre dannose perché limitano la libertà dei cittadini". Infine svela un retroscena sull'incontro con Silvio Berlusconi che tanto ha fatto discutere nelle ore precedenti alle consultazioni per la formazione del nuovo governo: "Eravamo in giardino. Il dottor Letta, che conosceva perfettamente i miei libri, ha riassunto a Berlusconi le mie posizioni. Peraltro che non coincidono in tutto con quelle di FdI, e fa onore a Giorgia Meloni avermi indicato come candidato presidente della Repubblica e alle elezioni, pur sapendolo".