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Governo, Sallusti: ecco chi proverà a fermare Giorgia Meloni

Alessandro Sallusti
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La sinistra assiste come un pugile suonato all'insediamento del nuovo governo, non le pare vero di non partecipare alla festa alla quale di solito accede anche se non vince le elezioni. Letta e compagnia cantante sono talmente frastornati che non penso possano costituire un problema per la nuova maggioranza, almeno nel medio periodo. Come neppure credo che la buona partenza del governo dipenda esclusivamente dalla bontà della squadra messa su da Giorgia Meloni. No, se guardiamo al passato la forza, e quindi le debolezze, dei governi è dipesa soprattutto da elementi esterni alla politica intesa nel senso stretto della parola.

 

L'unica cosa che la sinistra può fare oggi è mobilitare strumentalmente le piazze con ogni pretesto per tenere alta di continuo la tensione e ottenere una ribalta mediatica antigovernativa altrimenti inesistente. La strategia certamente può produrre qualche effetto ma da sola non basta.

 

Gli occhi sono quindi puntati sulla magistratura che fino ad ora è stata a guardare ma che secondo i ben informati non se ne starà con le mani in mano, del resto in passato ha avuto un ruolo decisivo e oggi comprovato nell'indebolire governi non graditi alle toghe rosse, da quello Berlusconi del 2008 a quello di Renzi del 2013.
Il terzo e più pericoloso nemico, in possesso di armi devastanti, resta però l'abbinata tra le cancellerie estere e i detentori delle chiavi dei mercati finanziari. È accertato che a innescare la bomba dello spread che provocò la caduta del governo di Centrodestra nel 2011 fu la banca centrale tedesca che, non all'insaputa di Angela Merkel (più verosimilmente su suo ordine), vendette in pochi giorni una quantità enorme di titoli di stato italiani.

Nessuno di questi tre elementi ha a che fare con le capacità oggettive della premier e dei ministri, semmai alla premier e ai ministri più esposti su questi fronti sta il compito di tenere le orecchie belle dritte per evitare errori di tattica. Il pericolo della tempesta perfetta è reale: «Questi non sanno che cosa gli stanno preparando», mi ha detto nei giorni scorsi una persona molto informata. Per cui sullo scacchiere interno e su quello estero si scelgano bene alleati e avversari per evitare una saldatura tra nemici che solo se affrontati uno alla volta si può pensare di uscirne vivi. 

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