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Governo Meloni, "il ministro saltato all'ultimo minuto"

Brunella Bolloli
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Fuori Maurizio Lupi, dentro Luca Ciriani, Giovanbattista Fazzolari desaparecido e Letizia Moratti rimasta al Pirellone: nelle estenuanti trattative che hanno preceduto la salita al Colle di Giorgia Meloni è successo di tutto, anche che alcuni nomi dati per sicuri alla vigilia fossero depennati dall'elenco dei ministri. È vero, la premier in pectore ha tenuto coperta la sua lista fino all'ultimo e il "totoministri" spesso è un esercizio di stile che appassiona più gli addetti ai lavori che i lettori, un po' come l'album delle figurine (ce l'ho ce l'ho, manca), ma è fuori di dubbio che qualche sorpresa è arrivata considerato il sottilissimo gioco di equilibri tra le forze della maggioranza in campo e la discussione su alcune caselle decisive.

 

 


Dunque, Meloni che appena tre giorni fa aveva confermato come capigruppo di Fratelli d'Italia Francesco Lollobrigida alla Camera e Luca Ciriani al Senato, ha deciso che invece i suoi due fedelissimi dovevano approdare al governo: il primo all'Agricoltura (Sovranità alimentare), il secondo ai Rapporti con il Parlamento, dicastero, questo, che in molti attribuivano a Lupi. Il capo di Noi Moderati, però, dopo la mattinata di consultazioni al Quirinale, nel pomeriggio era già in viaggio per Milano e si può dire che l'abbia presa sportivamente visto che oggi con la sua fondazione Costruiamo il Futuro sarà impegnato in una cerimonia di sport. «Facciamo i complimenti a Giorgia Meloni e a tutti i suoi ministri», ha dichiarato il leader dei centristi, «Noi Moderati sosterrà convintamente il lavoro di questo governo, con i suoi gruppi parlamentari e le sue proposte».

 

 

 

 

Nessuna dichiarazione, invece, da Giordano Bruno Guerri, direttore generale del Vittoriale, fino a ieri considerato papabile per occupare la poltrona dei Beni Culturali ma poi scavalcato da Gennaro Sangiuliano, a capo del Tg2, che ha con la Meloni un rapporto molto stretto. Nulla di fatto anche per Letizia Moratti, vicepresidente della Regione Lombardia, che in tanti nella Lega avrebbero voluto mandare a Roma per evitare che intralciasse il cammino verso la riconferma, il prossimo anno, del presidente Attilio Fontana. Pare che ci fossero stati dei contatti tra lei e la leader di Fdi, invece niente. Alla Salute l'ha spuntata Orazio Schillaci, luminare di Tor Vergata. Erika Stefani, ministra uscente alla Disabilità, leghista veneta (area Zaia) lascerà il posto alla salviniana Alessandra Locatelli, già ministro nel governo gialloverde, mentre in Fratelli d'Italia alcuni big sono rimasti a bocca asciutta, a cominciare dal potente Fazzolari, l'uomo "macchina" principale consigliere di Giorgia, che invece non sarà sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ma avrà sicuramente un altro ruolo di peso. Nessun dicastero neppure per il romano Fabio Rampelli, titolare di un cospicuo bacino di voti che poteva tradursi in un incarico nel nascente esecutivo: è stato confermato, invece, alla vicepresidenza della Camera, dove già era. La squadra di governo, tuttavia, non è ancora completa: viceministri e sottosegretari sono ancora tutti da assegnare. 

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