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La Russa e Fontana impiccati: il saluto della sinistra al governo

Francesco Storace
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Vigliacchi contro la democrazia. Violenti contro il popolo. Nella giornata in cui Giorgia Meloni ha presentato al Capo dello Stato i ministri della nuova Italia scaturita dal voto del 25 settembre, un gruppo di scapestrati che si definiscono studenti si sono dati all'eroismo impiccando due manichini con la sembianze del presidente del Senato Ignazio La Russa e del presidente della Camera Lorenzo Fontana. Una scena penosa, delirante, sostanzialmente vecchia. È il solito, patetico sinistrume a caccia del nemico da abbattere.

La scena è avvenuta sul Ponte Sublicio a Roma, dalle parti di Trastevere. Dalla zona della Piramide è partito un corteo di studenti liceali che si sono messi a insultare esponenti di Fdi e Lega. A partire da quelli che sono stati eletti ai vertici delle Camere, appunto La Russa e Fontana, raffigurati con due pupazzi appesi dal ponte, a simularne l'impiccagione. Accanto ai fantocci è stato esposto anche lo striscione "Governi diversi, stessi interessi". Sul posto è intervenuta la polizia che ha proceduto alla rimozione dei manichini e dello striscione.

 

CONDANNA - Ovviamente si registrano reazioni di condanna su quanto accaduto. Ma certo non basta. Perché la politica, soprattutto a sinistra, deve fare i conti anzitutto con se stessa, sulle campagne di odio che hanno messo in discussione persino i nuovi massimi rappresentanti delle istituzioni parlamentari. Su La Russa e Fontana è partito un fuoco di sbarramento impressionante sin dal momento delle loro candidature ai vertici di Palazzo Madama e Montecitorio. E da sinistra, a partire da Enrico Letta, è venuta giù una valanga di contumelie sulle personalità scelte dalla maggioranza che ha vinto le elezioni politiche.

Questa sinistra ufficiale non si rende conto evidentemente di appiccare il fuoco anche con le parole. Quei ragazzini che sfilano in corteo e "impiccano" metaforicamente i presidenti delle Camere hanno cattivi maestri che indicano loro il nemico da colpire. E se assistono ai comportamenti irresponsabili dei partiti di opposizione, è evidente che scatta il meccanismo del più uno... E questo è davvero l'aspetto più grave e certo non può farlo sottovalutare qualche timida dichiarazione di censura dell'accaduto da parte di esponenti dell'opposizione. Se le alte cariche dello Stato vengono attaccate brutalmente per pregiudizio e non certo per atti compiuti nell'esercizio delle funzioni ricoperte, è evidente che poi si lascia briglia sciolta all'estremismo.

Farebbero bene Letta e soci a modificare radicalmente il loro linguaggio, la voglia di linciaggio del nemico, una postura profondamente antidemocratica a dispetto del nome usato per il loro partito.

 

PESSIMO ESEMPIO - La modalità di "contestazione" dei presidenti delle Camere sono davvero ripugnanti, perché incitano alla morte e rappresentano un pessimo esempio di lotta politica. È da chiedersi che cosa si insegni in certi istituti scolastici se viene meno il rispetto per quelle figure che interpretano, per volontà parlamentare, le massime cariche dello Stato. È probabilmente il clima che stanno preparando anche per Giorgia Meloni, appena diventata presidente del Consiglio dei ministri. Emerge il rischio di tensioni sociali su cui soffiare a colpi di estremismo e sarà bene stare con gli occhi aperti da parte di chi ha la competenza sulla sicurezza pubblica. Non è immaginabile che una maggioranza che ereditala crisi economica che l'Italia attraversa possa diventare bersaglio di minoranze di esagitati che non vedono l'ora di scatenare violenze. Una bella dichiarazione di Silvia Fregolent, senatrice di Azione-Italia Viva, descrive bene qualche invece dovrebbe essere il clima nel Paese: «Le idee di Fontana e di La Russa sono distanti dalle mie, ma ancor più distante è l'idea che alcuni manifestanti hanno degli avversari politici. Quello che è accaduto non è una goliardata, ma un fatto grave che deve far riflettere tutti». E conclude cosi: «Nelle dittature gli avversari politici si impiccano, ma nelle democrazie si sconfiggono. Spero che la scuola italiana insegni ai ragazzi la differenza». 

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