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Ignazio La Russa, il pizzino a Berlusconi: "Se tutti rispettano il ruolo"

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"Se ognuno rispetterà il proprio ruolo e le proprie prerogative credo che ci sarà presto un governo forte che possa rispondere ai bisogni dei cittadini". Ignazio La Russa, prima di entrare a Palazzo Madama per la sua prima seduta da presidente del Senato, regala ai cronisti che lo aspettano parole che sembrano un segnale chiaro nei confronti di Silvio Berlusconi. Il richiamo al "ruolo" e alle "prerogative" fatto dall'esponente di Fratelli d'Italia, infatti, suona come una difesa di Giorgia Meloni, leader di FdI e premier in pectore del governo di centrodestra, alle prese con il delicatissimo dossier del toto-ministri e una immagine, quella di un governo filo-atlantico e filo-Ucraina, da difendere anche e soprattutto all'estero. 

 

 



In questo senso, le uscite di un Berlusconi unchained alla riunione dei deputati di Fratelli d'Italia sulla Meloni che gli avrebbe "riso in faccia" alla richiesta di avere tre ministeri in più, oppure il pressing su Elisabetta Casellati alla Giustizia (al posto di Carlo Nordio, sostenuto da FdI) e infine le fresi su Vladimir Putin, tra "lettere dolcissime", vodka e Lambrusco in regalo, hanno sicuramente complicato i piani della Meloni, con l'aggiunta della rabbia personale per il riferimento del Cav al suo compagno, giornalista Mediaset Giambruno, "da me assunto".

 

 

 

Una volta in Senato, al debutto da presidente, La Russa è entrato subito nel vivo gestendo una giornata molto vivace, con l'elezione dell'Ufficio di presidenza. Dai voti dell'Aula usciranno i nomi dei quattro vicepresidenti, tre questori e otto segretari. Tra i banchi azzurri non c'è Berlusconi. Le prime parole di La Russa? "Rinnovo a nome mio personale, il mio affettuoso saluto, al presidente Lorenzo Fontana", il leghista che ha mandato al Senato una lettera comunicando la sua elezione a Montecitorio.

 

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