Marta Fascina, La Repubblica vomita veleno: "E se fosse stata lei?"
"E se in tutto quello che è successo ci fosse anche lo zampino dell'onorevole Marta Fàscina, o Fascìna, la quasi moglie di Berlusconi?", insinua Filippo Ceccarelli su La Repubblica. L'ipotesi, scrive velenosissimo il giornalista, "il vecchio e malconcio sovrano" è stato "mandato a sbattere dalla coppia Ronzulli-Fascina, cuore del cuore di quel cerchio magico che in varie accezioni (giglio, raggio, tortello) comunque accompagna il processo di regressione tribale dei partiti in Italia. A differenza di Ronzulli, che dopo tutto voleva accomodarsi su una poltrona ministeriale di serie A, non è del tutto chiaro il movente che avrebbe spinto la muta e ieratica favorita a perseguire il fallimentare disegno di votare scheda bianca contro La Russa e quindi ai danni di Meloni".
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Ceccarelli prosegue raccontando che "sulla faccenda sono intervenuti i figli, Marina e Piersilvio, più che scontenti della gestione politica e della figuraccia paterna: ed ecco che sull'orizzonte post-cortigiano della sconfitta s' intravede, con sintomatica puntualità, l'immagine di una Fascina espiatoria, con possibili intrugli e ripercussioni tali da rendere il momento ancora più aggrovigliato, sorprendente e teatrale - commedia e melodramma, tanto per cambiare".
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Quindi il giornalista ricorda quando da Silvio "arrivò Licia Ronzulli che, oltre al vantaggio di essere un'infermiera, aveva dimostrato una certa abilità nella vendita del Milan. È dall'ufficio stampa della squadra rossonera che, forse non a caso, proviene Fascina, a quei tempi in versione assai meno compassata e capigliatura spensieratamente ricciolona. Nel 2018 le fu garantito un super collegio, venne quindi eletta e di lì a poco scalzò Pascale dal cuore del sovrano inaugurando in un nuovo cerchio magico". E conclude: "Tanto la pariglia Rossi- Pascale favoriva l'ala moderata di Forza Italia, in primis Carfagna, quanto quella Ronzulli-Fascina virò verso un asse preferenziale con Salvini. E qui ci si ferma".