Pier Ferdinando Casini, "Meloni debole, parla già di ritorno al voto"
Alla fine, nonostante le tensioni tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, "il governo si farà per forza", ma il rischio è che "risulti troppo debole per affrontare le sfide che ha di fronte". E' la profezia di Pier Ferdinando Casini, che in una intervista a La Stampa, legge le carte im mano alla leader di Fratelli d'Italia, alle prese con totoministri, prime nomine e soprattutto primi pesanti attriti con l'ex premier e Forza Italia.
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Casini sostiene di non aver mai visto una "partenza da brividi" di questo tipo in 40 anni di Parlamento e 11 legislature. È convinto che "il governo lo faranno, perché nessuno di loro ha alternative". Ma "il fatto che, senza nemmeno aver ricevuto l'incarico, la premier in pectore già faccia aleggiare la minaccia di un ritorno al voto, perché messa sotto scacco dagli alleati, è un inedito nella storia della Repubblica e dice tutto", così come "anche la disputa sulla presenza di ministri tecnici, con i nomi più autorevoli che declinano l'offerta, è il segnale di una complessiva debolezza dell'impianto".
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Sui nuovi presidenti delle Camere, Ignazio La Russa al Senato e Lorenzo Fontana a Montecitorio, secondo Casini "per la prima volta sono stati eletti due presidenti marcatamente di destra", aggiungendo che il leghista Fontana "deve al più presto chiarire la sua posizione sulla guerra tra Russia e Ucraina, non può fare finta di niente". Alle opposizioni, "più impegnate a litigare tra loro che a costruire non dico un'alternativa", propone "almeno una concertazione", perché "qui siamo ancora intrappolati negli scontri da campagna elettorale: un atteggiamento ridicolo e un grande regalo a Meloni".
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