Renzi, "all'insaputa di Calenda": un caso nel Terzo Polo

venerdì 14 ottobre 2022
Renzi, "all'insaputa di Calenda": un caso nel Terzo Polo
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All'insaputa di Carlo Calenda? I rumors da Montecitorio riportano una versione clamorosa sui 17 "franchi tiratori al contrario". Matteo Renzi avrebbe fatto votare per Ignazio La Russa senza comunicare la strategia al sodale e leader formale del Terzo Polo. Il leader di Azione, alla vigilia dell'elezione dell'esponente di Fratelli d'Italia, aveva smentito con forza di poter dare voti a un post-fascista. Poi, puntualmente, il meloniano è stato eletto nonostante la clamorosa protesta di Forza Italia, che ha votato scheda bianca per lanciare un messaggio a Giorgia Meloni (contro il veto a Licia Ronzulli).

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Tutti hanno indicato nel Terzo polo il "serbatoio" di voti mancanti per il centrodestra: più che per aiutare la Meloni, Renzi avrebbe smosso mare, monti e parlamentari (non necessariamente i suoi, che sono solo 9, ma nel misto e pure tra gli ex renziani del Pd) per affossare definitivamente Forza Italia e, parola sua, magari tra qualche mese incamerare qualche onorevole azzurro. 

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In un colloquio con il Messaggero, Renzi non nasconde l'entusiasmo ma nega (quasi) tutto. "Se io orchestrassi un'operazione del genere - spiega l'ex premier - la rivendicherei. Di più: andrei all'incasso". Ma, sottolinea, "io non c'entro nulla, questa è una resa dei conti tutta interna al centrodestra". "Non ci si cappotta per sbaglio. Io, Letta e Gentiloni siamo durati per cinque anni di legislatura. E poi io non sono uno bravo a fare questo tipo di calcoli. Non sono, per dire, un Franceschini". Il sospetto è che dunque ci possa essere dietro addirittura l'ex ministro della Cultura, eminenza nemmeno troppo grigia del Nazareno. "Diciamo solo che Dario è un ragazzo intelligente...", sorride beffardo Renzi. 

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Tutto questo all'ombra della partita che interessa davvero l'opposizione, le vicepresidenze di Camera e Senato. Con Franceschini e Patuanelli del M5s, rivela Renzi, "con loro abbiamo discusso delle vicepresidenze di Camera e Senato che, per la cronaca, non c'entrano nulla con questo voto. Perché, anche volendo una contropartita - e non è questo il caso, abbiamo votato tutti scheda bianca - non avrebbe avuto senso. Sulle vicepresidenze sono le opposizioni a decidere. Sono sei posti. Io ho avuto l'impressione che volessero dividerli in tre e tre, Pd e Cinque Stelle. E ho detto no, non ci stiamo. Una dovete darla a noi. La vera partita, qui, si giocherà per la guida del Copasir".